Stress da politica e non

Fa parte della vita, certamente di quella moderna, forse nei tempi passati quando si viveva nei campi, in radure sperdute tra i boschi, sui monti, non c'era, salvo che, uno non si fosse costruito la casa proprio nelle vicinanze delle vie normalmente percorse dai lanzichenecchi, oppure il signorotto locale era uno che pretendeva continui balzelli con la scusa di dover rifare qualche aggiustamento ai conti dello stato. Una manovrina per intenderci. Ma ai giorni d'oggi chi non conosce lo stress? perché è a questo che stavo pensando.

Stress è vivere in un paese dove non sai mai quali e quante tasse ti cascheranno sulla testa e, quando arrivano annunciate da gente che usa la fantasia come se non avesse altro con cui baloccarsi, non riesci a capire nemmeno come sono applicate e come vanno pagate. Stressante è non sapere mai chi ti governa effettivamente, ma sapere per certo che chi lo fa ti sta mangiando il panino che hai in tasca senza nemmeno togliergli la carta. Che quando fa dichiarazioni importanti non ci crede nemmeno lui e forse si sta facendo venire l’ulcera a forza di stare serio mentre invece scoppierebbe dalle risate.
Stress è avere la suocera in casa che tormenta tutti, canarino compreso. Stress è avere un vicino col cane che abbaia in continuazione, oppure un partner che russa come un vecchio Diesel con trecentomila chilometri alle spalle. Stress è stringere sempre lo stesso bullone dello stesso pezzo sulla medesima catena di montaggio nella stessa fabbrica della stessa città, oppure trovare ogni giorno un motorino che ci frega l'unico posteggio libero dove parcheggiare dopo un'ora di ricerche estenuanti. Stressante è scoprire che la Gracula indiana che ci hanno fatto acquistare non parlerà mai, ma in compenso è dotata di un fischio micidiale in grado di perforare i timpani anche ad una statua. Stress è trovarsi fermi al semaforo a fianco di un giovane che, finestrini aperti, ascolta la musica Reg a tutto volume e si sente la testa pulsare come il cuore di un’antilope inseguita da un leone. Stress è aspettare una raccomandata importante con l'offerta di un impiego e trovare ogni giorno la cassetta della posta imbottita di pubblicità, oppure scoprire che il film alla tv che si attendeva con impazienza è stato sostituito da un documentario sulla vita intima del Paguro, detto Bernardo l'eremita.

Sì, tutto questo è stress. Chi lo può negare? Però, a stressare può essere anche la litigiosità, quella degli altri per intenderci. Quella che giorno per giorno accompagna la vita pubblica e trova spazio nei notiziari o sulle pagine dei giornali. E' così. Non si può negarlo. E non è cosa da poco, perché coinvolge tutti, ben diversamente dalle liti private e la frequenza è così sconcertante che si potrebbe tranquillamente affermare che il nostro è un Paese di poeti, navigatori e ciarlieri permalosi che litigano ad ogni occasione. Le indiscrezioni e relative liti sono tanto frequenti e varie che anche per loro andrebbe stilato un bollettino giornaliero, tipo bollettino del mare, della neve, delle valanghe o dei protesti.

Giorno per giorno, spesso ora per ora, veniamo a sapere che:

Il sottosegretario (xx) ha querelato il giornalista (yy) che ha sua volta aveva appena insinuato che il ministro (zz) aveva detto - inter nos - che il sindacalista (ww) aveva dichiarato che l'imprenditore (kk) era venuto a sapere dalla cognata del cugino del guardiano notturno della fabbrica di un altro imprenditore - assente perché in vacanza in Patagonia, beato lui - che alla Procura di (ss) era stato scoperto che un addetto alle pulizie si era appropriato di un foglio usobollo con un avviso di garanzia diretto al vescovo (gg) in merito alle indagini (segrete, ovviamente) sulla vendita in nero di candele votive per l'acquisto di spinelli per la parrocchia di (qq).
Indiscrezioni provenienti da una fonte degna di fiducia hanno precisato che il foglio usobollo era stato utilizzato dall'addetto per avvolgere un panino di salame ungherese e cetriolini e poi abbandonato in un cestino dei rifiuti nei pressi del Parlamento dove è stato trovato dalla più famosa pettegola di Roma, detta anche "Porte aperte alla Renault" per il fatto che non tiene mai la bocca chiusa, nemmeno ai funerali. Fatto che capiterà anche al suo, probabilmente.
Nello stesso cestino sono state anche trovate le liste della spesa consegnate dalle rispettive mogli a ben sessantotto deputati e novantasei senatori equamente ripartiti tra maggioranza e opposizione. C'è già chi litiga sull'accaparramento dei buoni sconto.
E fin qui niente d'eccezionale, se non per il fatto che si è venuti a sapere, da una indiscrezione uscita dal bar della stazione di (VV), che qualcuno ha messo in una cantina della capitale un laboratorio per la costruzione di tapiri falsi da consegnare nottetempo e mandare fuori dai gangheri almeno un migliaio di politici, attori e giornalisti che se lo vedranno recapitare da tipi strani travestiti da Zorro.
Si prevedono disordini da far sembrare i Black Bloc dei chierichetti.

E se fosse tutto vero? Che stress!

Forse è meglio se mi concedo una vacanza. Magari in Patagonia, comprando un biglietto di sola andata, però!

paolo carbonaio





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