EPITAFFI
Marcello Marchesi aveva scritto nel suo divertentissimo libro “Diario inutile di un uomo futile” questo epitaffio: “Uomo retto, vita lineare, morto in curva.” Che, se non fosse un po’ macabro, andrebbe bene per i nostri buonisti e pacifisti di carriera. Quelli che insistono a dirci che in fondo l’umanità è buona, che i cattivi sono eccezioni e che se li integriamo cambieranno.
Perché prendersela con loro se si sentono emarginati, se questa nostra società egoista li ha discriminati e ghettizzati, poverini? Se la vita è stata con loro matrigna? Sono pur sempre fratelli e vanno compresi. Se qualcuno di loro va fuori di testa ed esplode con violenza e una ferocia che insanguina le nostre città, va comunque capito e punito, ma senza eccedere e se possibile rieducandolo.
E’ gente che non sa che non è bello violentare e seviziare le donne o sposarle bambine e nemmeno picchiare a sangue una vecchietta per qualche moneta.
Diononvoglia che ci dovessimo opporre violentemente a questo loro comportamento, rischiando alla fine di comportarci come loro. Casomai, vanno “ammansiti” con cristiana tolleranza e papale benevolenza. Anche loro, dopotutto, sono una risorsa che con la loro cultura arricchirà la nostra che, restando ciecamente vincolata ai propri principi, rischia di divenire intollerante se non razzista verso i diversi.
Se poi a spingerli all’odio, alla violenza e a immolarsi è un credo omicida e la rassicurazione di ottenere un aldilà di bengodi, allietato da giovani vergini e prelibate delicatezze, ferma tutto, piano a condannare, non è che una errata interpretazione delle parole di un testo religioso. Un lapsus, una svista. Dopotutto, da piccini, non gli hanno dato altro da leggere. Nemmeno Topolino. Oppure qualcuno li ha indottrinati male, anche lui vittima di non aver compreso lo spirito caritatevole con il quale è stato scritto.
Personaggi, questi buonisti, che si indignano se in Turchia si vuole ristabilire la pena di morte e non fa una grinza se in Iran impiccano le persone, usando delle gru visto che hanno pochi alberi, se hanno preferenze sessuali diverse da quanto previsto nel sacro testo. Per non dimenticare il lapidare le donne se non si comportano come pretende e ne ha assoluto diritto il loro maschio padrone. Quello che ha diritto di vita e di morte e può sposare una bambina che la vita ancora non è riuscita a conoscere e mai la conoscerà.
D’altronde a questa Europa buonista, cosa importa di quello che avviene nel resto del mondo. Come a dire: Businnes before humanity.
Cosa cambia per quei pasciuti prelati che predicano carità facendoci la morale, oppure a noi “civilizzati” che ci droghiamo di Iphon e tecnologia, convinti di far veramente parte di ciò che vediamo scorrere incessantemente sui nostri schermetti. Sono tutti Pacifisti, paladini dei diritti altrui quando i loro sono al sicuro e ben tutelati, e fanno finta di non vedere che dietro certi eventi come l’immigrazione forzata c’è il peggio dello schiavismo e dello sfruttamento, come, se non peggio ma non poi tanto, avviene con gli allevamenti intensivi di animali che tanto fanno indignare, ma conviene non vedere e continuare a mangiare.
Winston Churchill aveva definito i pacifisti come coloro che cibano i coccodrilli nella speranza di essere mangiati per ultimi e non aveva torto, visto quello che poi è capitato all’Europa col nazismo.
Le sofferenze per le quali si indignano i nostri pacifisti non vanno oltre qualche centinaio di miglia marittime che sono sotto gli occhi impietosi delle telecamere, mentre poco importa quanto avviene nel cuore dell’Africa Nera (diciamo oscura) dove malattie, siccità, guerre tribali e odio religioso uccidono ogni giorno migliaia di bambini e donne colpevoli solo di essere nati nel posto sbagliato in terre utili per essere sfruttate e basta.
Ma si sa, questo è sempre avvenuto e fa parte della storia dell’uomo. E poi c’è già tanto di cui indignarsi per ciò che avviene appena fuori della porta di casa e di tutto non ci si può occupare…
Meglio darsi da fare per ciò che è sotto gli occhi di tutti a dare spettacolo.
In fondo per i bambini del terzo mondo sfruttati nelle miniere per la nostra economia ingorda o morti di sete e malattie nella terra arida è sufficiente qualche soldino versato senza fatica tramite il telefonino. Coscienza soddisfatta.
Siamo tutti ipocriti e nessuno si salva. Questa è la triste realtà. Abbiamo un fortino da difendere, costruito sui nostri interessi e gli agi acquisiti, limitati al nostro territorio, a ciò che vediamo direttamente e direttamente ci comoda. Come se vivessimo asserragliati di fronte al deserto dei Tartari, pronti a difendere la nostra sazietà.
Ma cosa c’entra l’epitaffio di Marchesi? C’entra, c’entra anche lui. Perché a questi buonisti di carriera, sia d’animo che per interessi, servirà a poco essere retti e lineari. Almeno finché non si ritroveranno in una lista di vittime, nonostante i buoni sentimenti e i fiumi di parole di fraterna convivenza.
paolo
carbonaio |