Codardi
Codardi.
Solamente così è possibile definire questi"esseri"
- certamente una sottospecie - che per esprimere il loro odio infieriscono
sulle tombe.
Dei codardi.
In quest'ultimo caso del Verano di Roma, s'ipotizza che siano stati
degli antisemiti, razzisti, forse Arabi che odiano Israele, forse una
faida tra giardinieri più o meno abusivi che, solo a pensarlo,
viene da chiedersi di che razza di faida tra dementi si può trattare,
e in ogni caso è un atto vigliacco. Ma tolta quest'ultima ipotesi,
se si tratta d'antisemitismo arabo o no, questa è una definizione
insufficiente per circoscrivere tutto ciò che di negativo simili
individui rappresentano nell'Umanità e codardi è, secondo
me, il termine che meglio li distingue.
Codardi perché agiscono la notte con il buio che li protegge
e in un posto solitario come un cimitero,
codardi perché infieriscono sui monumenti funerari e sui morti
che non possono reagire,
codardi perché non hanno il coraggio di far vedere le loro facce,
codardi perché non hanno nemmeno il coraggio di firmarsi,
e, infine,
codardi perché sfogano il loro odio sulla gente comune, offendendo
i loro ricordi, violando il loro dolore per i cari che in quel cimitero
riposano.
Codardi della peggior specie.
Mi rendo conto che come umani non ci facciamo in ogni caso una bella
figura e mi dispiace. Sì, mi addolora pensare di far parte della
stessa specie di gente che infierisce con una mazza su di una lapide,
solo perché sopra c'è una stella di Davide. E a nome dell'Umanità
non ebraica, chiedo scusa io e non solo per far sapere che sicuramente
non la penso come questa marmaglia di codardi, ma perché è
giusto farlo dopo secoli e secoli spesi chi a perseguitare gli Ebrei
e chi a "tollerarli" e basta.
Perché è ora di finirla di sopportare tra noi gente che
dell'odio razziale ne fa una fede, gente di tanto scarso intelletto
che si fa suggestionare da ciò che legge, spesso male, su certa
stampa che - spero involontariamente - fomenta distinzioni e fa di una
guerra ingiusta una guerra di martiri.
Forse, è ora di rivedere cosa s'intende per tolleranza, la mia
almeno, verso le idee degli altri quando queste sono tanto prive di
umanità e fuori da un contesto del vivere civile.
Forse è ora di prendere questi affezionati della svastica, dei
fasci e di tutti i simboli del totalitarismo e metterli alla gogna,
indicarli a dito o, meglio, sbatterli fuori a calci dai nostri Paesi
dove, sino a prova contraria, vogliamo vivere liberi, senza condizionamenti
delle nostre idee politiche e democratiche, o dei nostri credo religiosi,
qualsiasi credo religioso.
E' ora di liberarcene, perché avvelenano l'unico mondo che possiamo
abitare, perché inculcano nei più giovani e quindi più
deboli, idee nocive, violenza e di violenza ne abbiamo anche troppa
con la delinquenza comune, con quella organizzata, con le guerre e per
ultimo con il terrorismo.
Non voglio, ma credo di poter dire non vogliamo, più vedere per
le strade gente che recita da naziskin, o picchiatori vestiti di nero
e con il passamontagna nei cortei, o forsennati negli stadi, muri imbrattati
da simboli di morte, bandiere e striscioni inneggianti all'odio.
Basta, finiamola di tollerare.
Cerchiamo di non considerarli solo una notizia, qualcosa da commentare
che dopo un po' si scorda di fronte ad altre notizie più fresche,
ma continuiamo a additarli al nostro disprezzo, a mostrarli ai più
giovani spiegando loro che questi non sono uomini duri, ma burattini,
fantocci che, con tutti i loro stemmi, simboli e tatuaggi, colori neri
e catene, rappresentano la parte più stupida della nostra Società
e che, presi uno per uno, non valgono assolutamente nulla e contano
come individui quanto un palloncino pieno d'aria.
Aria malsana.
paolo
carbonaio |