La
metamorfosi
Ti
assicuro Filippo, puoi fidarti e venire in auto con me. Dobbiamo andare
dal veterinario ed è troppo lontano per farsela a piedi. Ti sistemo
nella tua cesta da viaggio sul sedile posteriore e ti allaccio anche
la cintura di sicurezza. Sta tranquillo che non ti capiterà nulla.
Come sai, anche il cane viene spesso con me e ti avrà certamente
raccontato che guido bene e ho una guida tranquilla, di tutto relax.
No, il casco non te lo metto Filippo ed è inutile che insisti.
Dobbiamo solamente attraversare la città con una normale automobile,
non andare a correre a Maranello con una Formula 1. E' una questione
di dieci minuti per andare e dieci per tornare e dubito che viaggeremo
ad una velocità superiore a venti o trenta chilometri orari.
Sei troppo apprensivo, credi a me. Capisco che, a leggere la cronaca,
uno può anche preoccuparsi, ma i tuoi mi sembrano capricci e
nient'altro. E non mi guardare con quello sguardo diffidente, comincio
a stufarmi delle tue paturnie.
Te lo giuro, non sono mai stato multato per eccesso di velocità
e nemmeno per altre infrazioni al Codice della Strada considerate pericolose.
In compenso, ho arricchito le casse del Comune con tante multe per divieto
di sosta che mi sarei potuto permettere una limousine con tanto di autista
in divisa e gambali. Troppe, considerando che solo la corsa all'oro
nel Klondike è stata più affannosa della ricerca al giorno
d'oggi di un posto dove lasciare l'automobile.
Sì, perché è facile pretendere una tassa di possesso,
un premio assicurativo da Paperon de Paperoni e la libertà per
tutti di comprarsi l'auto, se poi non te la lasciano mettere da nessuna
parte e nemmeno usare!
Ti fanno anche pagare la benzina come Champagne e poi te la fanno consumare
a girare come un topolino in gabbia tra divieti di sosta, passi carrai,
lavori in corso e paletti o panettoni vari e, infine, tanto per dare
il colpo di grazia alla tua coscienza civile, ti accusano pure di inquinare.
Ma allora, come la mettiamo?
Facile, ti devi comprare un posto macchina, magari in un'autorimessa
scavata fino al terzo girone dell'inferno e dimenticartela, tanto, via
di là, se ti viene la voglia o la necessità di uscire
a riveder le stelle, ti devi trovare un posteggio a pagamento che, a
trovarlo, è un vero miracolo. Ed è a questo punto che
ti viene fatto notare che ci sono i mezzi pubblici e l'auto non ti serve,
tanto che uno si chiede: ma se è così, perché mi
sono indebitato fino alla vecchiaia ed ho venduto l'anima al diavolo
come il dottor Faustus per prendermi l'auto del modello che mi piace
se alla fine sono costretto a prendere l'autobus?
Oppure, ti prendi il motorino col quale diventi Zorro e sfidi autobus
che lasciano le fermate senza curarsi di te che li stai superando, automobilisti
che tentano di schiaffeggiarti con lo specchietto, autocarri che caricano
e scaricano sempre fuori orario e infine passanti che attraversano col
naso per aria, convinti di essere immortali.
Ma appena diventi un centauro, ecco che sei considerato subito un delinquente
che assorda, ammorba l'aria, se ne frega della mano da tenere e va contromano,
sale sui marciapiedi e, quando posteggia, riesce a farlo al mezzo millimetro
tra i paraurti di due auto, bloccandole e relegando i pedoni sui marciapiede
come tanti conti di Montecristo, impossibilitati anche ad attraversare
la strada e cambiare marciapiede.
A quel punto uno si confonde e va in tilt, come me che interpreto ben
tre parti: quella del pedone, dell'automobilista e del ciclomotorista
e vivo una continua metamorfosi. Così, per ogni parte ho le mie
arrabbiature, i miei avvilimenti e subisco soprusi, soprusi che ho anche
commesso ma che scordo immediatamente al momento del passaggio da una
figura all'altra.
Da pedone, mi arrabbio per i motorini parcheggiati agli angoli dei marciapiedi
che m'imprigionano, o per quelli che non mi permettono di passare tra
due auto. Poi, mi arrabbio quando tento di attraversare e mi rendo conto
che i passaggi pedonali sono le superfici asfaltate dove è più
facile farsi arrotare. Infine, se uso l'autobus, devo ricordarmi di
prendere il biglietto dal tabaccaio e cercare di trovare qualche centimetro
libero dove viaggiare appeso come un salame al tieniti bene, badando
anche di non farmi sfilare il portafogli da qualche gazza ladra.
E, fin qui, i drammi di un pedone, lo stesso che abbatterei a colpi
di cric quando mi attraversa la strada di sorpresa mentre arrivo, come
se fossi un miraggio, oppure decide di passarti dietro nel momento esatto
in cui stai manovrando per infilarti in un posteggio appena sufficiente
a una carrozzina da bebè. Questa dei pedoni che devono passare
proprio mentre manovri, è una razza speciale, dedita al rischio
più degli altri. Per loro deve essere un surrogato della roulette
russa.
A proposito di carrozzine, ci sono anche quelle mamme dementi che per
attraversare, ovviamente dove non si può, ti fanno sbucare tra
le auto parcheggiate la carrozzina con tanto di pargolo dentro, costringendoti
a frenare disperatamente e poi, passandoti davanti, ti fanno lo sguardo
livido di rancore che una madre degna di questo nome dovrebbe riservare
ad Erode.
Per non parlare dei vigili urbani, che hanno sempre la carica magnetica
di segno uguale a quello del posto dove servirebbero. E' una proprietà
del magnetismo: segni uguali si respingono, mentre segni opposti si
attraggono. Sono fermamente convinto che non precisarlo nei testi di
fisica sia certamente un grave errore di omissione, al quale si dovrebbe
provvedere per aggiornare al più presto i giovani scolari. Difatti,
li trovi a multare auto in sosta proibita, mentre a pochi passi da loro
un ingorgo fa impazzire un centinaio d'automobilisti, oppure sostano
apatici su incroci desolatamente deserti come il Sahara, mentre dietro
a loro un autocarro scarica con lentezza degna di una lumaca indolente,
bloccando la via che risuona di claxon e sbuffi d'impazienza dei guidatori
prigionieri delle loro automobili.
Sono gli stessi vigili che girano in coppia come Starsky e Hutch e ti
osservano passare convinti che, se non stai commettendo un'infrazione
al codice della strada, probabilmente sei un corriere della droga. Il
loro sguardo severo ti s'incolla alla targa e lo senti finché
non riesci a voltare e sparire, ancora incredulo per non aver udito
l'agghiacciante suono del loro fischietto che t'inchioda alle tue responsabilità.
Hai ragione Filippo, girare la città sta diventando sempre più
stressante, me ne rendo conto, ma non ne facciamo una tragedia. Dal
veterinario ci dobbiamo andare in ogni caso e non ho nessuna intenzione
di pagargli una visita a domicilio. Quindi, adesso scollati da quel
divano e infilati nella cesta che si va e ringrazia che viaggerai in
automobile e non ti lego sul portapacchi della moto a prendere un po'
d'aria. So bene che non sopporti di farti spettinare!
paolo
carbonaio |