Sinonimi
e Contrari. Ovvero come spiegare la politica al gatto.
Va
bene, Filippo, ora ti spiego cos'è un Sinonimo.
Sinonimo è un termine, una parola per intenderci o un vocabolo
se preferisci, che anche approssimativamente esprime un concetto simile
a quello di un altro vocabolo. Il suo significato è affine all'altro.
Sinonimo è anche l'opposto di Contrario, dove per contrario s'intende
un vocabolo che ha un significato opposto a un altro.
Non fare quel muso perplesso, ti faccio alcuni esempi.
Quando tu scopri un cassetto della biancheria mal chiuso e lo apri per
buttare all'aria tutto il contenuto, sei un gatto briccone. Giusto?
Però, potrei anche definirti un gatto birbante che è lo
stesso, infatti, birbante e briccone sono entrambi termini adatti a
definirti quando mi fai i dispetti. Insomma, sei un furfante, una canaglia
e non sbuffare e mettere su quell'aria supponente perché lo sai
che ho ragione.
Un altro esempio potrebbe essere questo: Quando ti trovo bellamente
addormentato sulla tastiera del computer e ti caccio via, è perché
non ci devi stare e se lo faccio con uno scappellotto, è perché
sei testardo e sai che non ti voglio lì. Ma potrei anche dire
che sei cocciuto che il concetto non cambia.
Hai capito ora il significato di Sinonimo? Bene.
I Sinonimi e i Contrari li trovi e li utilizzi in tutti i discorsi,
è un fatto naturale del linguaggio. Con i Sinonimi cerchi di
non ripetere la stessa parola per definire qualcosa o qualcuno e quindi
creare meglio una frase per renderla più chiara e varia.
Vuoi sapere se i Sinonimi ci sono anche in politica?
Beh! Non saprei sinceramente cosa risponderti, amico mio. Tuttavia,
a pensarci bene, considerando che è un mondo fatto perlopiù
di parole, discorsi, dichiarazioni, commenti, testi di decreti, leggi,
interpellanze, proposte e da qualche anno in qua anche di slogan e di
esternazioni, di Sinonimi e Contrari ce ne saranno più che pesci
nel mare ed è ovvio, sono parole.
Va in ogni caso chiarito subito che, relativamente al politichese, la
spiegazione di prima, sui Sinonimi e Contrari, potrebbe subire delle
varianti in contrasto con la definizione esatta dei due termini. Infatti,
se senti parlare un ministro che ti dice che l'economia va "bene"
e poi lo risenti che ti spiega che la stessa economia va "come
si deve", tu dirai che in fondo il significato della frase non
cambia. Giusto? Ebbene, No! Non è quello che lui intendeva, perché
la nostra economia va come va, in effetti, bene non va, ma nemmeno tanto
male e, per la verità, nessuno lo ha ancora capito. Diciamo che
va e basta. Quindi, se il ministro ha precisato che va "bene"
intendeva che non va male rispetto a quella dell'ultimo Paese sottosviluppato
del Continente Nero, mentre se ha affermato che va "come si deve",
forse intendeva dire che non va tanto bene ma nemmeno tanto male, come
d'altronde ha sempre fatto la nostra economia. E se proprio non va bene
non è colpa sua, ma certamente del ministro che lo ha preceduto
che, ovviamente, appartiene ad un altro schieramento politico che ora
è all'opposizione. Capito o No?
Vedo che non sono riuscito a schiariti le idee, gatto mio. Non te la
prendere, siamo più di cinquanta milioni e tentiamo invano di
schiarircele già dalla proclamazione della Repubblica in poi
e ogni volta che sentiamo un ministro o un premier, va peggio della
volta precedente, tanto che ormai l'intero Paese si è diviso
in due grandi correnti di pensiero: quella di coloro che le parole dei
politici le sentono ma non le ascoltano, ed è la corrente di
maggioranza e quella, invece, di coloro che le sentono e le ascoltano
solo se chi le pronuncia appartiene al loro schieramento preferito,
altrimenti non le sentono e tanto meno le ascoltano, perché non
possono che essere sbagliate.
Però, a pensarci bene, dopo tante chiacchiere, penso che dobbiamo
renderci conto che se non li capiamo non è colpa nostra, non
è scarsità intellettuale o altro, ma il risultato di questa
politica che sembra non si voglia far capire da tutti, ma solo dagli
addetti ai lavori. Insomma, è una lingua misteriosa in grado
di dire e non dire, affermare negando e sottintendere evidenziando.
Tutto questo fa sì che il cittadino crede di partecipare e a
volte anche di contare qualcosa. Egli, meschino, di fronte ad un discorso
politico ha tante di quelle possibilità d'interpretazione che
a un certo punto, pressato dalla dura realtà della vita quotidiana,
prende al volo la prima interpretazione che gli capita e la fa sua perché
non ha più tempo da perdere e deve lavorare.
Vuoi sapere anche se anche i partiti sono da considerarsi Sinonimi e
Contrai? No, Filippo, qui i partiti non c'entrano affatto. I partiti
non sono parole, anche se a pensarci bene, le parole sono la loro materia
prima e con le parole (e i buoni propositi sono decenni che cercano
di convincerci che il pane a tavola è doppio di quelli che vediamo
realmente e intanto ci vuotano le tasche…e gozzovigliano)
I partiti sono delle organizzazioni volontarie di più persone
costituite sulla base di una comune ideologia politico-sociale. In parole
povere, persone che "dicono" di pensarla allo stesso modo
e si uniscono tra loro per promuovere e portare avanti il loro pensiero
e, se possibile, farlo accettare a livello nazionale, sì da poter
a quel punto, grazie alle elezioni, andare al Governo. Vinte le elezioni,
queste opinioni e pensieri si trasformano in Leggi e in atti che amministrano
l'intera comunità. Sempre il tutto a spese nostre, naturalmente.
Bella come definizione, vero? Ma non prenderla troppo sul serio, amico
mio. Nella realtà questa trasformazione subisce spesso ritardi
tali da diventare a volte una vera chimera, poiché, una volta
al Governo, sia le opinioni sia i pensieri subiscono una tale metamorfosi
che uno alla fine si chiede: ma io chi diavolo ho votato?
I Partiti che vincono le elezioni governano, mentre quelli che le hanno
perse diventano l'opposizione che, oltre a controllare l'operato del
Governo - si spera - si danno un gran da fare per non farsi fregare
nuovamente alle prossime elezioni, scaduto il periodo di mandato dei
vincitori.
Se la fortuna li fa eleggere, appena al Governo, fanno di tutto per
"cambiare le cose" e, cioè: primo, dimostrare che il
precedente Governo non era capace di governare e tutto ciò che
ha fatto l'ha fatto male, così da essere costretti a rifare tutto
e, secondo, rimettere in discussione ogni atto che tra baruffe interne,
false partenze, votazioni di Camera e Senato, il tutto condito da valanghe
di emendamenti, prende comodamente un'intera Legislatura finché,
se il Governo non cade prima com'è solito fare, riporta tutti
alle urne dove saranno eletti altri che ricominceranno tutto da capo.
In pratica, è la dimostrazione del Moto Perpetuo, ma forse anche
il modo di circumnavigare la Realtà senza arrivare mai in porto.
Tutto questo andirivieni, che dovrebbe essere l'alternanza di Governo,
dipende dalle scelte del Popolo che - sempre si spera - è Sovrano.
In altre parole, decide chi lo dovrà governare e chi No.
Chiaro? Mah!
Vuoi sapere se tutti i partiti, partitini, coalizioni, gruppi misti
e gruppuscoli che si sono creati a seguito della frammentazione di alcuni
grossi partiti sono anche loro Sinonimi tra loro?
Che dire? In teoria questi non sono Sinonimi, visti sotto un aspetto
grammaticale, però, a pensarci bene, lo sembrano e lo sono veramente.
Ma non mi chiedere il senso della loro creazione o l'utilità,
perché mi troverei in imbarazzo. Sarebbe più facile trovare
una risposta al Quesito dei quesiti: Esiste Dio? Anche se da queste
ultime elezioni è sorto anche un nuovo “partito”
fatto di buoni propositi, molta confusione, tante teste pensanti, idee
molte, certe simpatiche, molte fantascientifiche, altre preoccupanti
o, peggio, angoscianti. Insomma, tutto e nulla. Il che sarebbe quasi
accettabile se non fosse altro che è aria fritta che poco servirà
a una politica (sarà utopia?) che riporti questo Paese ad una
economia solida. Perché non c’è più tempo
per le chiacchiere e i giochetti di potere.
Uno dei motivi di questa continua nascita di partiti potrebbe essere
che è quasi impossibile mettere tutti d'accordo e ognuno la "vede"
diversamente anche dal compagno di partito. Basta un “pelino”
di differenza per mettere in crisi un'unione e creare quindi un partito
nuovo per sé e un domani uno per ognuno. Però, un altro
motivo valido potrebbe essere anche il fatto che qui da noi ci sono
più premier che iscritti o, perlomeno, tutti vorrebbero comandare
qualcosa e non bastano le poltrone da dove comandare, tanto che, tra
non molto, vareranno una legge o altro che equiparerà ogni sgabello
in un Ministero, anche quello del custode, a una poltrona, così
ognuno potrà ottenere il giusto riconoscimento ed il giusto potere
e ci sarà chi arriverà direttamente da casa col suo sgabello
pieghevole con tanto di certificato di omologazione.
Ma lasciamo perdere, sono questioni umane che, grazie a Dio, non interessano
i gatti e tutto il mondo animale.
E i grillini? Vuoi sapere se hanno dei Sinonimi? Direi di No, i grillini
sono Contrari. Comunque. E questo manda tutto all’aria, comprese
le speranze di chi cerca lavoro, deve fare la spesa per mettere qualcosa
a tavola e fa la fila per la pensione, sapendo costernato che con una
pensione minima si riempirà lo stomaco più di aria (fritta)
che di pane.
Mi sa che questa storia dei Sinonimi e Contrari non ti è tanto
chiara. Ma non te la prendere, dopotutto, a te che importa, tanto non
ci sono speranze che tu possa entrare in politica. Per fortuna mia!
Mi basta quello che sta succedendo ora!
paolo
carbonaio
Pubblicato
nella rubrica "Sottocoperta"
del settimanale on line |
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