Settembre
Settembre,
Filippo. L'estate sta per cedere il posto all'autunno e le ore di luce
si sono fatte più corte.
Non è una gran giornata questa domenica con il cielo grigio e
c'è odore di pioggia nell'aria. Questo tempo muffo mi rattrista
e mi smorza la voglia di fare come a te, sembra.
Sei sempre alla finestra che scruti la strada, mentre le campane invitano
i fedeli alla messa delle undici e sbirci i rari passanti che escono
alla ricerca di un'edicola per procurarsi il giornale. La solita accasciante
raccolta di notizie.
Quest'autunno cosa ci porterà, amico mio?
Forse ancora un po' di sole e qualche bella giornata, ma si sa che nemmeno
il sole basterà ad illuminare la fede spezzata di chi piange
la perdita di Ronaldo e la delusione ancora cocente di aver perso un
campionato mondiale.
Non sarà nemmeno sufficiente a rallegrare le giornate di chi
si prepara a partecipare ai girotondi che, se fatti sotto la pioggia,
perderebbero molto del loro fascino ribelle.
Sta per iniziare un periodo dove, chi ha certezze ha i sogni agitati,
temendo in cuor suo ed in privato, che forse non si avvereranno, mentre
per chi non le ha, i sogni belli o brutti cambiano poco, tanto le sue
previsioni rimangono sfavorevoli.
E' l'eterna lotta italiana tra ottimisti e pessimisti che da noi richiede
molto impegno ed è più importante di quella tra il Bene
e il Male.
I politici, finite le ferie, affilano gli artigli e si preparano alle
prossime battaglie parlamentari e tra loro si distingueranno quelli
che hanno anche la lingua abbronzata - affilata era già - dopo
i caldi mesi che l'hanno vista occupata in continui scontri verbali,
a profetizzare un futuro strabiliante oppure un catastrofico naufragio.
Intanto i prezzi salgono con la perfidia di un sasso nella scarpa e
le nubi nere di aumenti ancora maggiori si profilano all'orizzonte,
come queste passate bufere estive. Dovremo rimanere sul chi vive, all'erta,
paventando una tromba d'aria che ci risucchi i centesimi di Euro che
ci sformano le tasche, come se fossero Luigi d'oro che, l'abbiamo ormai
capito, oro non sono.
Pioverà molto? Sarà un diluvio?
Bagnerà tutti indistintamente o solamente quelli privi d'ombrello,
quelli che hanno l'impermeabile troppo corto? Come la famosa coperta
che per coprire i piedi scopre la testa e viceversa.
Contesi tra Governo e opposizione, esacerbati da problemi perennemente
contingenti, stiamo per aprire la porta all'autunno anche lui strattonato
da chi lo vuole caldo, chi risolutivo e chi lo salterebbe a piè
pari, già pronto per correre a sciare.
Intanto le carovane dei vacanzieri si sono sciolte, ne restano poche
ancora e ai pionieri già arrivati non resta che riprendere il
solito tram-tram. Rinforzare le barricate, sistemare al meglio i carri
in circolo e sperare - Winchester in una mano e zappa nell'altra - che
le tribù dell'inflazione e degli scioperi selvaggi non dissotterrino
l'ascia di guerra e decidano di abbandonare le riserve per renderci
questa vita ancora più precaria.
E' il carattere ambiguo delle mezze stagioni, quelle che non sembrano
più quelle di una volta ma che poi si ripetono in ogni caso,
anno dopo anno.
Ma secondo te, Filippo, Busch attaccherà l'Iraq?
L'Iraq di Saddam, quel tipo brizzolato che quando sorride sembra proprio
che ci prenda per il bavero.
A me da un certo fastidio quel suo sorriso. E a te?
paolo
carbonaio |