Lettera a Osama bin Laden

Che c'è Filippo, ti sei messo in combutta con Lorenzo il pappagallo? Sembrate due cospiratori a trafficare con carta e penna. State scrivendo una lettera? E' meglio che la controllo, prima di finire nei guai… Ma è per Osama bin Laden? Siete impazziti? Lo sapete che è l'uomo più ricercato dell'Universo, che ha dichiarato guerra al nostro Mondo e vuole cambiarlo a sua immagine e somiglianza? Sì, siete pazzi, è evidente e non dovrei nemmeno meravigliarmi: ormai in questa casa siamo al delirio!

Egr. Sig.
Osama bin Laden
Director Manager della Società per Maleazioni Al Queda
c/o Redazione di Aljazeera

Egregio Signor Osama bin Laden,
sono anni che sentiamo parlare di lei e delle sue imprese che rendono questo nostro pianeta ancora più agitato di quanto normalmente lo sia. Tutti i Paesi democratici la stanno cercando assieme ai soci terroristi della sua impresa Al Queda e non c'è posto al mondo dove non si parli di lei, tanto che, se fosse un mitomane e secondo noi lo è, ora dovrebbe essere talmente ingrassato da sembrare l'omino della Michelin. Se avessimo saputo prima di lei, della sua vita, delle sue aspirazioni, le avremmo scritto subito e forse oggi le cose sarebbero diverse. Peccato, perché sembra che molti la conoscevano e, pur sapendo di lei, non hanno fatto nulla per aiutarla a cambiare, per migliorarla almeno. Ma veniamo al dunque.
Ci ha stupito apprendere che lei proviene da una famiglia agiata, addirittura reale, dove sicuramente non le è mancato nulla, né soldi, né comodità, ben diversamente da tanti suoi confratelli. Ebbene, è proprio questa scoperta che ci ha dato molto da pensare. Doveva essere un giovane ricco e viziato che ora, diventato uomo, spende ciò che ha per far danni non avendo di meglio da fare, oppure è conseguenza di un turbamento infantile del tipo: Oggi niente cammello perché è a fare il tagliando e per andare a scuola ti fai il deserto a piedi. Chi lo sa? Qui ci vorrebbe uno psicanalista, ma dubitiamo che lei si renda disponibile per una esame, considerando i suoi numerosi impegni organizzativi, compreso quello di rintanarsi in tutti i buchi disponibili come una talpa, oppure spuntare improvvisamente come un pupazzo a molla per preannunziarci il suo terrore.
Lei ribatterà che il suo è un atto di coscienza, un tocco divino, che ha abbandonato il lusso per passare alle grotte, agli abiti dimessi, alla barba incolta e alle bombe per il bene del mondo, ma a noi due non la racconta, sa? Sono un gatto io, mica un topino da nulla e il mio amico è un pappagallo con due ali così, mica un passerotto. Queste cose le lasci fare a San Francesco, che era uno che le cose le sapeva fare bene. Lei, solo perché ha qualche soldino e un po' di parlantina non si può approfittare della credulità della gente come un venditore di medicine miracolose alle fiere, e la smetta di buttarla giù così dura perché anche se potrà inorgoglirla l'essere l'uomo più odiato al mondo, questo non fa di Lei un pezzo raro e tanto meno speciale. Ce ne vuole per questo! Si guardi indietro a chi l'ha preceduta e vedrà com'è finito. Non è bello e nemmeno serio, star lì a promettere disastri sputacchiando tra i peli della barba, assieme a gente così timida da doversi coprire la faccia. Capisce o no che questo è circonvenzione d'incapaci? Per non parlare dei brindisi al successo delle sue imprese, che fanno inorridire anche noi animali, delle sue apparizioni sui campi d'addestramento a fare il fichetto col mitra, come faceva Saddam prima di sembrare un clochard. Ma dove crede di essere? Su di un pianeta tutto suo? Figuriamoci!
Non le piace questo, non le piace quello, vuole tutti come lei. E allora usi il buon senso, si batta sì per la giustizia di quella che ritiene la sua gente, ma che sia giustizia vera e non si metta in politica per carità, col rischio di peggiorare ancora di più. Cosa pensa, che siamo tutti uguali e che dobbiamo credere in maniera uniforme a quello che crede lei? Perché lo dice lei? Ma lei, chi ci rappresenta? Il mondo arabo? Lo chieda al suo gatto o al suo pappagallo, sempre che ci siano animali come noi disposti a farle compagnia, e si renderà conto che lei non ha capito proprio nulla.
Il mondo, quello reale, è della gente che vuole vivere e interpreta le parole del dio in cui crede come un invito alla fratellanza e non alla violenza e alla prevaricazione. Gente che vuole migliorarsi e aprirsi, non rinchiudersi a pregare, rinunciando ai beni della cultura e della scienza e nemmeno vuole rinunciare ai piaceri della vita… Ci siamo capiti, vero? La sua è solamente una lettura arcaica e ottusa di un libro, un'interpretazione di comodo per il suo tornaconto e di pochi altri deliranti che con questo mondo non hanno nulla da spartire. Ma dobbiamo spiegargliele noi queste cose? Due animali?
Che ne è del vostro passato islamico di navigatori, cartografi, astronomi, medici, filosofi e poeti? Uomini come Averroè, Al-Biruni, Avicenna, Rhazes, Mahzuf, Kalil Gibran che hanno illuminato l'Islam? Come si compara lei, che fa distruggere le statue del Budda, con i suoi antenati che hanno costruito città e monumenti splendidi? Ma ci faccia il piacere! Il suo è un pessimo esempio che poi trova emulatori che se la prendono anche con i crocifissi.
E adesso non pigoli che la sua è una santa missione, che gli occidentali infedeli li deve eliminare per fare giustizia, per liberare il suo popolo dal giogo dei cattivi capitalisti e degli Ebrei oppressori. Queste balle le potranno bere i cultori della pace a senso unico e i preti che dal pulpito sventolano la bandiera dei disubbidienti e hanno le tasche piene di fiammiferi per riaccendere i roghi dell'inquisizione. Non parli di libertà agli Islamici, quando è proprio la sua dottrina che li priva della libertà, quella di pensare. Lei non sa nemmeno cos'è la libertà perché lei stesso non è libero e nemmeno i suoi integralisti lo sono, ma prigionieri della peggiore ignoranza, quella di chi non vuol sentire e vedere. La libertà non è solamente una condizione esteriore, ma intima, che sta nel cervello e nel cuore e che, assieme alla cultura, distrugge le differenze e con esse il potere economico che crea popoli ricchi ed altri poveri, sia esso degli occidentali che dei vari rais, sceicchi e mullah.
Noi, da animali liberi ancor più degli umani, crediamo che personaggi come lei non fanno paura solamente per la loro crudeltà, per l'ostinazione che mettono nelle loro ossessioni, ma anche perché gli uomini hanno bisogno del diavolo, incapaci come sono di comportarsi bene anche senza temere l'inferno. Ma pensiamo anche che tipi come lei passano, la storia stessa li supera e li archivia lasciando solo un nome su qualche libro, tanto per ricordare ai giovani che nell'umanità può esserci anche una parte difettosa. Quindi, si ravveda per carità e getti il kalashnikov alle ortiche, si rada la barba e si faccia riprendere da Aljazeera mentre sorridente raccoglie un mazzo di fiori. E che non siano papaveri, per favore!
Nell'attesa di una sua risposta che gradiremo meno violenta possibile, le inviamo distinti saluti.
F.to: Filippo e Lorenzo

Siete stanchi di vivere, ragazzi? Scrivete queste cose a uno che ammazza all'ingrosso e poi se ne vanta in TV? Qui finisce male, con una fatwa. Ci annoterà nella sua lista nera e ci servirà la scorta anche per andare a far pipì. Dite che quando avete qualcosa sullo stomaco non riuscite a tenervela? Vi capisco però, capita anche a me. Sapete che vi dico? Il francobollo lo metto io.

paolo carbonaio

Pubblicato nella rubrica "Sottocoperta"
del settimanale on line




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