Filippo
gatto di Dio
Quando Dio creò l'uomo e la donna io gli stavo
acciambellato in grembo. Non propriamente io ma il primo Gatto del mondo,
naturalmente. Osservavo incuriosito quegli strani e nuovi animali dall'espressione
un po' tonta, privi di pelliccia e piumaggio e comicamente in equilibrio
sulle zampe posteriori. Anche Dio li osservò a lavoro finito
e dalla Sua espressione perplessa compresi che non erano ciò
che si aspettava.
Sarà stata la stanchezza, ma si capiva che quei due erano ben
lungi da quanto Lui si era prefissato. Tuttavia, vista l'ora tarda,
Dio decise che per quanto bruttini non meritava rifarli di nuovo e poi
si sa che non tutte le ciambelle riescono col buco. Li lasciò
quindi liberi di vagare nel Paradiso anche se, ad onor del vero, ci
facevano una magra figura tra tutte quelle specie dai mille colori e
dalle forme più affascinanti.
Saranno stati gli sguardi di sfottò degli altri animali, qualche
risolino a malapena trattenuto, fatto sta che i due misero su un'aria
di supponenza che dava sui nervi a tutti. Ma eravamo in Paradiso e la
bellezza del posto e lo sguardo benigno di Dio ci avevano resi tolleranti
e, a parte i cani sempre alla ricerca di qualcuno da amare, ben presto
li considerammo parte del paesaggio, un'inevitabile presenza che alla
fine diventò naturale come la presenza delle spine sulle rose
e dell'ortica nei prati.
Tutto cambiò quando la femmina si pappò la mela che tutti
sapevamo proibita e lo sapeva anche il serpente che le consigliò
di prenderla. Ma cosa si può pretendere da uno che striscia ed
ha la lingua biforcuta se non che è infido e gode a fare scherzi
cretini. Morale della favola, per colpa di uno balordo e di una donna
con l'intelletto di una vongola, perdemmo tutti il Paradiso. Non che
l'uomo fosse esente da colpe, poteva starci attento invece che farsi
governare a bacchetta dalla sua femmina. Il che dimostra che tra i cervelli
è possibile trovare il meno del minimo.
Una volta privati del Paradiso le cose cambiarono e del peggio non ci
fu mai fine. I due si convinsero di essere i preferiti di Dio, Sua immagine
e somiglianza e destinati al governo del Mondo. Da paranoici.
Iniziarono ad ammazzare molte specie per chetare la fame, come se frutta
e verzura non fossero sufficienti e spesso lo facevano per il solo divertimento.
La donna, che finora s'era accontentata di indossare foglie di fico,
decise che con una pelliccia addosso faceva più bella figura,
tanto da farne un desiderio morboso che il suo maschio, ormai definitivamente
asservito, volle subito esaudire convinto che una moglie senza pelliccia
è una moglie scontenta ed in odor di scappatella. Finì
così che pur di risparmiare le corna si fece strage di pellicce.
I due compari nel corso dei millenni fecero della Terra un luogo di
sofferenza, dove gli animali se non finivano in pentola, venivano uccisi
per il pelo, l'avorio, la pelle, le penne ed ogni parte che potesse
soddisfare la loro ingordigia ed il loro esibizionismo. Chi non morì
fu ridotto in schiavitù, sfruttato, rinchiuso ed esposto per
il loro divertimento. E le cose non sono ancora cambiate. Tutti, meno
uno, io il Gatto, unico animale che si è fatto adorare, vezzeggiare,
rispettare. Che in casa la fa da padrone, che accarezzano e trovano
naturale occuparsi della sua popò, che sfamano e si fanno ridurre
a brandelli tende e poltrone. Despota assoluto delle loro vite. E' la
prova che c'è Giustizia anche sulla Terra.
Che sia una piccola e innocente vendetta di Dio? Io dico di sì,
l'avevo intuito già quando stavo tra le Sue braccia che il Vecchio
non avrebbe digerito il loro comportamento e nemmeno che gli fosse riuscito
qualcosa che non fosse assolutamente perfetto.
Gatto
Filippo I
paolo
carbonaio |