Il ritorno di mister Bin

E' tornato mister Bin. Non "quel" mister Bean, il divertente inglese che fa ridere quando lo vediamo alla televisione o al cinema. A questo mister manca la "e" e non solo la "e", considerando che quando parla nella barba incolta sembra di sentire uno che si fuma di tutto, dagli spinelli agli zampironi ammazza zanzare, per non parlare di come si agghinda apparendo coperto con tendaggi riciclati al mercatino delle pulci. "Lui", non fa ridere nemmeno un po' e non è nemmeno simpatico come l'altro, il figlio di Albione. Le sue gag fanno venire i sudori freddi e a molti la palpitazione, mentre declama minacce stringendo al posto dell'orsacchiotto tutto liso di Bean il suo inseparabile kalashnicov con cui ci ricorda che: "lui", non è uno di quei pacifisti nostrani che si accontentano con indegne gazzarre di bruciare la bandiera americana simbolo dell'onnipotenza imperialista che ci vuole schiavizzare come tanti mandinghi e quella israeliana simbolo delle lobby accaparratrici di multinazionali e divoratrici di bambini innocenti.
Questo mister Bin si spaccia per la nostra nemesi storica, nata per raddrizzare i torti che innumerevoli generazioni di miscredenti crociati dediti all'alcool, alle donne scostumate e all'avidità, hanno compiuto verso i suoi fratelli poveri e sfruttati. Il suo patrimonio di famiglia, frutto del petrolio venduto a quegli stessi infedeli e di oculati investimenti miliardari, preferisce spenderli in esplosivi e detonatori, armi di ogni genere e scuole altamente professionali di terrorismo. Non li spende per i poveri fratelli migliorando loro le condizioni di vita e magari dandogli un po' di istruzione. Perché mai? D'altronde, non lo fanno nemmeno i tanti emiri, pascià e presidenti-dittatori del Medio Oriente e dell'Africa che sanno invece come goderseli in proprio. D'altronde, ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio crede, si fa così anche da noi quando siamo disposti a mangiare a casa pane e cicoria pur di poter sfoggiare il cellulare dell'ultima generazione oppure un fuori strada adatto al Camel Trophy solo per andare in ufficio. "Lui", preferisce aiutare i suoi fratelli eliminando noi, la nostra esistenza corrotta che, oltre a consumare e sperperare, inquina moralmente l'esistenza umana su questa Terra che, sempre secondo "lui", andrebbe vissuta con maggior serietà e più sharja.
Il che non ci dovrebbe nemmeno preoccupare troppo, dopo tutto le cose possono cambiare e migliorare col tempo, visto che è di ieri che il suo affabile compagno Ahmadinejad, presidente dell'Iran, ha concesso alle donne iraniane di andare allo stadio, eliminando il divieto imposto dalla rivoluzione khomeinista del 1979. Un grande esempio di democrazia contro la teocrazia e l'oscurantismo, anche se, ovviamente, per le spettatrici negli impianti sportivi dovranno essere attrezzati appositi spazi separati. Il provvedimento, inoltre, segue di soli due giorni l'inasprimento delle pene contro coloro, uomini e donne, che violano le norme sull'abbigliamento e sui comportamenti in pubblico. Una conquista, questa di tenere separati i sessi, che da noi era già stata fatta con la creazione del Pedocin. Una apertura liberare di Ahmadinejad verso il suo popolo alla ricerca di consensi in patria, visto che la sua politica nucleare e le feroci polemiche con l'Occidente, per non parlare della sua paranoica negazione al diritto di esistere di Israele, lo hanno isolato sempre più sul piano internazionale.
Ora mister Bin è tornato improvvisamente alla ribalta, tanto per ricordarci che di andare in pensione non ci pensa nemmeno e subito a Dahab, nel Sinai, altre esplosioni ed altri morti innocenti. Altro terrore che si aggiunge a terrore. E, guarda la combinazione, assieme a lui poco dopo appare sul video anche Al Zarquavi che, come lui, ma stavolta a grugno scoperto, si mette a lanciare minacce di morte. Qualche sciocco potrebbe dire che questi due l'hanno a morte con gli U.S.A. e con Israele e non con noi Europei, a meno che non ci mettiamo a disegnare vignette, sfoggiare magliette e pretendiamo di voler salvaguardare la nostra discutibile cultura occidentale, per non parlare dell'insana passione che abbiamo di voler diffondere la democrazia. Una strana fissazione pretendere un mondo libero da regimi totalitari, dove i popoli possono godere dell'autodeterminazione, possono votare e scegliersi il governo che preferiscono, che trova oppositori non solo tra questi assassini integralisti maniaci ma anche qui da noi, tra certi giovani occidentali solo di nascita e per convenienza, che credono che distruggendo un MacDonald distruggeranno l'imperialismo e che dare del sionista sia una offesa come dare dell'assassino a qualcuno e non sanno che il sionismo non è altro che il movimento nato nel diciannovesimo secolo con lo scopo di creare uno stato per gli Ebrei, come sarebbe diritto per ogni popolo, Palestinesi compresi.
E pensare che qui da noi c'è anche chi ci viene a raccontare che invece di fare la guerra a questi terroristi dovremmo cercare di aprire un dialogo, magari un accomodamento del genere: loro vivi e noi morti e se non proprio morti, almeno zitti e cucci secondo i loro maschilisti metodi talebani.
Però, mi pare di ricordare che tempo fa fu proprio lui, mister Bin, o qualcuno dei suoi "picciotti", a proporre ai corrotti occidentali che mal sopportano sia le sue sparate sia le sue bombe e si sono intestarditi a volerlo catturare, una specie di tregua. Scherzava di sicuro, sarebbe come dividere il letto con una vedova nera. Certo, scherzava sicuramente, magari convinto di farci ridere come mister Bean, quello simpatico che dorme con l'orsacchiotto. Vai a pensare mai che uno così abbia anche il senso dello humour!

paolo carbonaio





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