Cominciamo
male
Cominciamo
male. Non basta che il Paese sia diviso in due e chi ha vinto stia già
litigando sulla spartizione delle poltrone da occupare, ora abbiamo
avuto l'indegna sceneggiata del 25 aprile che ci ha mostrato per l'ennesima
volta come dei cretini ignoranti, nullafacenti e imbottiti di odio razziale
possono trasformare una celebrazione di tutti in un agguato civile,
ma sarebbe meglio definirlo incivile, al diritto di partecipazione.
Che il 25 aprile sia sempre più una giornata difficile lo sappiamo
da anni ormai, visto che più che rappresentare un momento d'unione
e di ricordo tra coloro che non vogliono totalitarismi ma desiderano
una Società libera e democratica, si è trasformata in
uno sfoggio settario dove oltre al ricordo traspare chiaramente la vendetta
e il rancore mai sopito di ciò che rimane di una ideologia illiberale
superata dai tempi e si sperava ormai agonizzante, se non definitivamente
defunta.
Se un tempo la festa della Liberazione doveva essere quel momento di
tutti i cittadini per celebrare la vittoria dell'antifascismo sul fascismo,
oggi, dopo i fatti ai quali abbiamo assistito, dobbiamo con tristezza
ammettere che si vuole trasformarla in una festa alla quale ha diritto
di intervenire solamente una certa militanza aggressiva che considera
tutti gli altri indegni e, pertanto, fascisti. Una definizione che a
questo punto si adatta molto di più a questa militanza che a
quelli che sono contestati.
Ne sono esempi chiari l'aggressione verso una signora, Ministro dello
Stato, colpevole di appartenere ad una classe politica "nemica"
e, di conseguenza, verso suo padre anziano ed invalido che, oltre a
tutto, è Medaglia d'Argento della Resistenza e reduce da un campo
di sterminio nazista. Come si fa a non pensare alla astronomica differenza
morale e alla dignità di Uomo di questo anziano partigiano e
la bassezza di questi codardi da strada.
Ma non basta questo a dimostrarne l'indegnità delle loro gesta.
Bisogna aggiungere lo spregio dimostrato verso due paesi democratici
come gli U.S.A. che alla nostra liberazione hanno contribuito con migliaia
di morti e ad Israele, gli slogan che esaltano il terrorismo iracheno
innalzandolo allo stesso livello della nostra Resistenza, l'odio verso
il popolo ebraico che altro non è che razzismo becero.
C'è da domandarsi quanti tra questi esagitati sa qualcosa di
storia, di quanto è avvenuto veramente durante la Seconda Guerra
Mondiale e poi durante la Guerra di Liberazione, che cultura è
alla base della loro educazione che li fa comportare così. Sembrano
più dei sacchi vuoti che qualcuno ha riempito di slogan e livore
ottuso indottrinandoli con sciocchezze più per bassi fini politici
che per sincera lotta di classe.
Ora, che un novello deputato, appena eletto al Parlamento, si esprima
favorevolmente a simili atti e li giustifichi è ancora peggio
degli atti stessi e c'è da chiedersi quanto in basso possa ancora
cadere la dignità non solo di una persona, ma di uno che vuole
ergersi a rappresentante del popolo.
Non pretendo di avere al Governo i Cavalieri della Tavola Rotonda e
nemmeno che a rappresentarli sia Re Artù in persona, ma un minimo
di decenza lo pretendo come cittadino e non mi bastano le prese di distanza
di molti suoi colleghi o le parole di condanna di chi ha accettato simili
personaggi nella sua compagine politica. E' tardi ormai e il danno è
fatto e a pagarlo siamo tutti noi di fronte al mondo intero, mostrando
come possano degli stupidi sporcare l'immagine di un Paese civile come
il nostro.
Ci è stato fatto notare che anche questa è Democrazia.
E' vero purtroppo, lo è. Ma non dimentichiamo che tra questi
esagitati che si credono unici detentori della verità, anche
di quella storica e che pensano di imporla con simili dimostrazioni
di violenza e i terroristi integralisti di Osama bin Laden la distanza
è breve, troppo breve.
paolo
carbonaio |