Filippo
e le intercettazioni
Filippo!
Gatto malefico! Rimetti subito a posto il mio telefonino cellulare,
prima di costringermi a punirti privandoti della televisione e del personal
computer per almeno un mese. Hai il tuo telefonino con tanto di scheda
prepagata ed è ora che consumi la tua, invece della mia. Cosa
credi, che non mi sono accorto che il mio credito continua a calare,
mentre il tuo resta miracolosamente intatto? Per non parlare dei messaggini
che mandi e che subito dopo cancelli. Ti fai scrivere e telefonare sul
tuo, mentre sfrutti il mio per chiamare e mandare messaggi. Il fatto
che tu sia un gatto pieno di amicizie femminili, un "gatto fico",
come ami far notare, al quale ogni gatta dei dintorni fa le fusa e gli
occhi dolci, non è un motivo sufficiente. Se vuoi contattare
le tue spasimanti, fallo a spese tue e non mie. Chiaro? Dimenticavo:
lo stesso vale anche per il telefono fisso di casa, viste le bollette
che arrivano e sei l'unico a fare chiamate notturne, oppure quando in
casa ci sei solo tu. Ma non è solo per una questione di costi
che sono seccato con te. Qui ci andiamo di mezzo tutti ed io, conoscendoti,
mandrillo come sei, ho paura di quello che vai cianciando quando sei
all'apparecchio. Uno che si crede il Rodolfo Valentino dei gatti, convinto
che con uno sguardo manda tutte le gatte in visibilio e con un paio
di strizzatine d'occhi le porta subito nella sua cuccia, figuriamoci
cosa dirà nel microfono. Vanterie, balle galattiche per pavoneggiarti,
conoscenze importanti, proprietà da miliardario e cos'altro ancora.
Qui da noi, al telefono, bisogna parlare del tempo, di come sta la povera
suocera con l'artrite, elencare la lista per il fruttivendolo, tralasciando
la frutta esotica che è cara. Al massimo, si può chiacchierare
della vacanza di una settimana trascorsa a Cesenatico e lamentarsi perché
la Panda consuma troppo. Non bisogna mai fare nomi, specialmente se
sono noti e nemmeno vantare conoscenze politiche. Ma, soprattutto, devi
ricordare una cosa importantissima: forse, anzi, probabilmente, le orecchie
tue e della tua gattina di turno, non sono le sole in ascolto. Siamo
il Paese delle intercettazioni telefoniche e c'è più gente
che ascolta di quella che parla. Le nostre ciance finiscono su nastri
magnetici e, se per caso, malauguratamente, qualcosa attira l'attenzione,
oppure disgraziatamente nomini qualcuno sul quale si stanno facendo
indagini, anche solo per spettegolare, ti ritrovi in qualche dossier
sul tavolo di un magistrato, coinvolto in qualche scandalo o qualche
truffa.
Cosa me ne importa, dirai tu, tanto poi si sa che io non c'entro nulla?
Importa, altroché se importa, citrullo d'un gatto! Da quel tavolo
a quello di una redazione di giornale il passo è brevissimo.
Forse avviene grazie al fenomeno della telecinesi, considerando il segreto
istruttorio per il quale il magistrato dovrebbe tenere per sé
i dati delle sue indagini, una facoltà che ha qualche giornalista
e grazie alla quale riesce a fare gli scoop che poi fanno tremare un'intera
Nazione. Si potrebbe dire che le tue parole registrate, grazie a questo
fenomeno ancora misterioso alla scienza esatta ma non all'Informazione
pubblica, prima ancora di diventare materia d'indagine diventano l'oggetto
di un articolo e finiscono in bocca ad un giornalista televisivo. Così,
per magia, scopriamo che mezzo Paese viene a conoscere le confidenze
che ti sei scambiato con la tua amichetta o con un amico e più
sei esplicito nel linguaggio, più la cosa diventa succulenta,
tanto da rischiare di finire anche sulla stampa estera. Miracoli della
Comunicazione Moderna!
Certo che parlare di Privacy in questo Paese è come parlare di
politica seria o di contenimento dei prezzi o, peggio, di diminuzione
della spesa pubblica: angosciante. Ma ti sembra possibile che ognuno
di noi, ogni giorno, solo perché parla a un telefono, manda un
msn o un'e-mail, oppure sta chattando, rischia di essere ascoltato da
qualcuno e anche registrato? Certo, in un'indagine su reati gravi, le
intercettazioni sono necessarie e meglio se servono a trovare le prove
di una colpevolezza e a risolvere un delitto, ma ci sono un paio di
cose che proprio non mi vanno giù ed è ora che qualcuno
riesca a fermare questa pratica illiberale, limitandola nel rispetto
del diritto che ha ogni cittadino alla sua privacy. Nessuno, nemmeno
un magistrato ha diritto di leggere e conservare una registrazione di
un dialogo di una persona che col reato non ha nulla a che fare. Sarebbe
come se ogni lettera della posta fosse aperta. fotocopiata e letta da
tutto l'ufficio postale. Poi, è inammissibile che i testi o addirittura
copie dei nastri siano date alla stampa e che queste siano poi riportate
sui giornali. Infine, anche un presunto colpevole, presunto finché
non ha subito un regolare processo, ha diritto alla sua dignità
e questo diritto è di ogni cittadino indistintamente. Come nel
caso attuale che fa tanto scalpore. Se si sospetta che l'indagato eccellente
ha commesso dei reati, che s'indaghi, anche con le intercettazioni telefoniche,
ma senza per questo fare della sua vita privata e dei suoi gusti personali
una volgare commedia da avanspettacolo, anzi una vera e propria gogna
pubblica su cui castigarlo prima ancora di aver provato con assoluta
certezza la sua colpevolezze e che fatti della sua vita privata siano
correlati agli eventuali delitti commessi. Sono secoli che le gogne
sono state abolite, ma qui da noi si sono trasformate in gogne virtuali,
in grado di distruggere una persona e la sua famiglia. Basta poco per
ritrovarsi esposti al pubblico ludibrio e, di conseguenza, essere già
considerati colpevoli, prima ancora della sentenza del processo. Senza
considerare che, com'è spesso avvenuto, il tutto, indagini e
accuse, finiscono in una bolla di sapone che, pur evaporando, lascia
segni spesso indelebili su chi ha subito le indagini ed è poi
risultato innocente. Una macchia che alla fine resta su tutti noi e
sulla nostra libertà.
paolo
carbonaio |