Leggere,
scrivere, comunicare.
Per
l'incontenibile necessità di mettere sempre nero su bianco che
cattura chi scrive come me, ho pensato di dire qualche parola su uno
degli ultimi libri che ho letto e mi riferisco ad un libro che non è
un romanzo e neppure un saggio, ma una denuncia o, meglio, uno sfogo,
discutibile o no, tacciabile di fare cassetta forse, ma in ogni caso
uno sfogo ed un invito al lettore a pensare e a prendere una parte,
a schierarsi.
Sì, perché leggendo "La rabbia e l'orgoglio"
di Oriana Fallaci, con il suo taglio giornalistico, il suo dire e rimarcare
passionale, a volte violento, non si può rimanere estranei, indifferenti.
La denuncia dell'autrice fa rumore, tanto che leggendo si ha la sensazione
di avere tra le mani un libro"sonoro".
Molti hanno commentato il suo lavoro. Alcuni l'hanno esaltato, altri
l'hanno denigrato. C'è anche chi l'ha condannato, arrivando,
in pratica, alle minacce estreme e non è poco anche se non è
la prima volta che capita. Lo abbiamo già visto. Va anche bene
giudicare il pensiero di altri, denigrarlo, contestarlo, ma rifiutarlo
fino all'estremo della punizione massima, non lo accetto. Perché
un'opinione, un pensiero, una convinzione non si possono distruggere,
cancellare, eliminando fisicamente l'autore. Si possono solo combattere
e modificare dimostrando la loro falsità, dando prova contraria,
reale ed attendibile.
Ma torniamo al libro.
Leggendolo, ognuno ne ricava un'opinione diversa, ma questo ha poca
importanza. Sta qui il bello della lettura, nel giudizio che ognuno
poi ne dà e in quello che quanto letto ci lascia dentro.
Non voglio nemmeno fare una critica positiva o negativa del suo contenuto,
anche se nei miei viaggi in Medio Oriente ed in Africa ho potuto vedere
molti aspetti dell'Islam ed ho una visione concreta e reale di certe
descrizioni della Fallaci, ma invitarvi a leggerlo, se ancora non l'avete
fatto.
E' un libro abbastanza breve e va via veloce, ci sono parecchie ripetizioni
- com'è nello stile dell'autrice (vedi il suo romanzo "Insciallah"
di ben maggiore consistenza) - però ha questa caratteristica
importante: pungola, fa riflettere, coinvolge che è, secondo
me, il fine principale che lo ha creato e che lo rende particolare se
non unico.
Ma il libro della Fallaci è anche lo spunto per ribadire un mio
pensiero: Chi scrive, anche soggetti di fantasia, è pur sempre
un messaggero e un opinionista. Le sue parole contengono spesso un appunto
per il lettore, composto di sensazioni personali, sentimenti, idee.
Tra le righe, si sa, c'è anche l'autore.
Scrivere e pubblicare non è solamente il raggiungimento della
notorietà, forse il guadagno, è anche un modo per rivolgersi
agli altri per partecipare e, ben venga, dare un personale contributo.
Siamo testimoni di una nuova era con profondi mutamenti, avvenimenti
importanti come il crollo del Muro di Berlino, le aperture della Chiesa,
le nuove immigrazioni, l'unione di Stati diversi e la nascita di nuovi
e, per ultimo, il rinvigorito pericolo del terrorismo ed il possibile
confronto tra due culture e religioni diverse. Tutto questo ci deve
vedere anche protagonisti, almeno da "comunicatori", ognuno
coerentemente con le sue idee politiche o religiose.
paolo
carbonaio |