La
polvere sotto il tappeto
"Ci
sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne contenga
la tua filosofia", ha scritto Shakespeare, e lo stesso vale per
te caro Filippo che stai davanti alla televisione sogghignando come
lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie, soddisfatto che una
simile magagna sia finalmente uscita alla luce. La Sanità sta
passando un pessimo quarto d'ora e la bruttura mostrata in certi ospedali
che sembra oggi colpire gli spettatori come un fulmine a ciel sereno,
è purtroppo un malaffare che dura da decenni.
Non c'è mai nulla di nuovo sotto il sole quando si tratta di
cosa pubblica, servizi e diritti dei cittadini: se non è il degrado,
la sporcizia per l'incuranza verso i beni comuni, è la malversazione,
l'abusare della propria posizione, la disonestà di chi nel tranquillo
bozzolo che è lo Stato, può fare i propri interessi e
fregarsene bellamente di tutti con la certezza che alla fine non c'è
castigo.
Non che il resto del Mondo è migliore, figuriamoci! Ma questo
non giustifica assolutamente nulla perché i disonesti e quelli
che approfittano della loro posizione non hanno confini o razze particolari
e quello che li accomuna, bianchi, neri o gialli, è la mancanza
di dignità, caratteristica basilare per essere tanto onesti da
fare almeno il proprio lavoro. Soprattutto quando si assumono delle
responsabilità nei confronti degli altri e si amministra la vita
degli altri e per farlo si è pagati.
Di scandali, denuncie e indagini, allarmi, ispezioni, processi iniziati
e poi insabbiati, colpevoli mai individuati e sentenze perse nel tempo
dei ricorsi e dei contro ricorsi, la nostra storia quotidiana è
piena e non si fa in tempo a vedere una conclusione che già altri
eventi vergognosi si affollano scalpitando sullo schermo o nelle pagine
dei giornali per attirare il nostro interesse di cittadini sempre indignati.
Quello che avvilisce, alla fine, anche se è un bene che le magagne
prima o poi vengono alla luce è che purtroppo, anche ripulendo
i corridoi di un ospedale, riparando dove è rotto, obbligando
tutti a rispettare le regole, tirando le orecchie ai "responsabili"
irresponsabili, il malvezzo non si estingue. Forse per un po', fino
alla prossima denuncia, fino a quando qualcuno tornerà a sollevare
il tappeto per sbirciare se sotto è tutto pulito. Forse si otterrà
una parvenza di giustizia, una mano di bianco che ci farà sperare
che è l'ultima volta che accade e d'ora in poi le cose cambieranno.
Forse.
Tuttavia, finché la gestione della cosa pubblica si riterrà
nella botte di ferro della omertà e dell'impunibilità
e fintanto che sarà la politica a distribuire le cariche e le
assunzioni per tessere e non per meriti e professionalità e,
soprattutto, finché noi stessi impareremo che la polvere non
la dobbiamo togliere solamente da sotto i tappeti di casa nostra, tutto
ciò si ripeterà all'infinito.
paolo
carbonaio |