Caro
Filippo, smettila di credere che la poltrona su cui riposi sia esclusivamente
tua. Smettila anche di brontolare se gli altri gatti si avvicinano alla
ciotola, perché poltrona e ciotola sono di tutti. Questa casa
è la casa comune e nessuno è padrone e tanto meno nessuno
ha il diritto di appropriarsi di una parte a suo esclusivo beneficio.
Tu mi ricordi che viviamo sempre più in un Paese che contiene
altri Paesi composti di varie comunità che pretendono una loro
autonomia, rifiutando sempre più spesso quelle regole comuni,
leggi comprese, che dovrebbero permettere una convivenza pacifica e
sicura per tutti i cittadini, a prescindere dalla razza, dal paese di
origine, dalla lingua e dalla fede religiosa.
C'è la comunità cinese che occupa una zona delle città
pensando di avere così un'extraterritorialità che la rende
indipendente e autonoma, quella musulmana che nell'integralismo di certi
è decisa ad applicare qui da noi codici pseudo religiosi in pieno
contrasto con la nostra democrazia e la nostra libertà individuale.
Poi ci sono le zone dove extracomunitari, assieme alla delinquenza nostrana,
spacciano droga e sono ricettacolo dell'illegalità e della violenza,
oppure certi quartieri, vedi nel Napoletano, dove governa la camorra
e la nostra Polizia è cacciata. Insomma, piccoli stati nello
Stato, ognuno per sé, distaccato dalle regole comuni che fanno
dell'Italia una Nazione unica. Un ritorno all'Italia dei comuni e degli
staterelli, che rischia di trasformare quella globalizzazione sociale,
inevitabile e auspicabile sotto molti aspetti, in una Matrioska dove
integrazione e coesistenza faticano ad imporsi.
Un vero peccato, perché così si alimenta il razzismo e
si ottiene un sentimento di rigetto da parte della popolazione autoctona
che non dovrebbe fare parte della nostra cultura e della nostra civiltà.
Sentimenti da evitare, come da evitare è l'accettazione di qualsiasi
pretesa di isolamento o di rifiuto delle regole, spacciandola per un
sacrosanto diritto alla libertà. Perché la Libertà
è sì un bene inestimabile, ma ha anche dei limiti: rispettare
quella degli altri e non solamente la propria.
Hai capito? Cerca di comportarti bene e di integrarti con il resto di
noi. Non sei un gatto speciale con diritti unici e personali e togliti
dalla mia scrivania che devo lavorare. Lo sai che lì non ci puoi
stare e nemmeno mordicchiarmi il cavo del mouse. La scrivania è
mia!
Che fai? Sorridi sornione! Ho capito, mi vuoi far notare che predico
bene ma razzolo male. Beh, mettiti l'animo in pace, certe regole le
faccio io e c'è poco da sfottere, anche nella più grande
Democrazia c'è sempre qualcuno che governa e non sempre può
accontentare tutti. Chiaro?
paolo
carbonaio |