Anticlericalismo da santa inquisizione

Sarà che io non sono cattolico e nemmeno credente, sarà perché ho sacro il pensiero di Voltaire che recitava: “Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo”, sarà che per me il Papa è un uomo che rappresenta svariati milioni di persone e lo rispetto per l’età, la cultura e per i suoi concetti di giustizia e amore per la Vita, anche se non sono un suo fedele e non condivido tutto quello che dice, anzi, molte cose le contesto, ma questo accanimento nel volerlo negare e contestare, proprio non lo comprendo.
Già non lo comprendo se fatto da parte di certi meschini con il cervello imbottito da ideologie superate ed estremismi che di buono non hanno mai dato nulla se non violenza - gentucola che di proprio sa dare solo urla, odio e intolleranza - ma vederlo fare da professori e studenti a difesa di una mal compresa integralità e laicità dell’università, mi sembra proprio sciocco, se non poco intelligente.
Cose da medioevo, da integralisti che rifiutano il pensiero ed il credo altrui, convinti di possedere il Verbo, l’unica Verità Assoluta ed hanno paura del confronto e preferiscono negare l’opinione di altri piuttosto che far valere democraticamente la propria. Cose da Santa Inquisizione, insomma.
Forse, in fondo, non è che paura, quella di perdere qualcosa di sé ascoltando chi la pensa diversamente. Forse questi colti professori così gelosi della propria libertà di pensiero e insegnamento, temono che una lezione tenuta da un così particolare e speciale personaggio possa essere pericolosa, “traviando” la mente dei loro studenti, inserire dubbi o dare vita a nuovi pensieri che male si troverebbero nell’ambiente laico e liberale di una Università e rischierebbero di danneggiarla.
Forse non vogliono rendersi conto, perché non fa loro comodo, che è nel dibattito e nel confronto che le menti più giovani si formano e domani potranno fare a meno di essere condizionate da opinioni a senso unico, scuole di pensiero e di partito, diventando veramente libere.

paolo carbonaio





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