Gas Gasper e il mistero
delle infermiere assassinate
Romanzo giallo "oltre il delirio".
E' la caricatura di un poliziesco che narra le indagini
sugli omicidi di alcune avvenenti infermiere svolte dal tenente Gas Gasper della squadra omicidi della polizia di Cacao City e dei suoi "strani" colleghi.
La lotta al crimine tra folli personaggi ed incredibili avventure.

I personaggi...
Gas Gasper:Tenente della Omicidi - Miky Avalon: Capitano della Omicidi - Burt Snarkowskj (Mignolo): Sergente della Omicidi - Fred Macaloso (Cù-Cù): Poliziotto della Omicidi - Papavero Romeo (Vongola): Poliziotto della Omicidi - Omar Arabesco (Frattaglie): Medico legale - Huitzilopochtli (Zilo): Il gatto - Gimmy la porchetta: Venditore di salsicce - Professor Lapotenza: Direttore dell'ospedale - Dottor Faust: Capo reparto protesi - Wanda Luxor, Topazia,Valeriana, Eufrasia: Infermiere - Ingegner Odonto Paragone: Titolare della Tirifò - Ipso e Facto: Guardie del corpo - Dottor Variabile Lamilza: Progettista della Tirifò - Oderza Macomè: Moglie di Lamilza - Pustola: Il ragazzo del bar - Melenso Curriculum: Rappresentante del Governo - Vladimir Karciowskj (Parentesi): Mangiatore di spade e affini - Vasca Semivota (Madame Caiman): Masticatrice di chiodi e affini - Osvaldo Dorè (Vanga): Buttafuori - Joe Sepsi (Scadenza): Proprietario della Brivido - Bob Melanzana (Randello): Picchiatore di professione - Fulgido Semidio: Un tipo lugubre - Oronzo Ribes: L'avvocato.


ISBN: 978-886259-514-6








Pubblicato in versione cartacea
e in formato E-Book da:

Gas Gasper
e il mistero delle infermiere assassinate

l'inizio della storia...


1.
La storia iniziò quando trovai la gamba. Ero andato a casa di Topazia, una delle mie donne, per fare quattro salti.
Ho detto proprio quattro salti e chi vuole intendere, intenda pure. È inutile che vi atteggiate a gente seria e mettiate su quell’espressione ambigua già alle prime righe della storia, io non sono un tipo da pantofole e tivù come voi. Il fatto, è che voi non conoscete Topazia, certamente non come la conosco io, spero. Un po’ di più che in senso biblico, se vogliamo essere espliciti. È una tipa che voi nemmeno ve lo sognate. Ha tutto e di tutto ne ha in abbondanza. Ha due cose così che a prima vista sembrerebbero esagerate, ma vi giuro che, senza, assomiglierebbe ad un’autostrada deserta. Per non parlare dell’opposto, che dà l’idea di un mappamondo, ma non quello terrestre, quello del paradiso. Insomma una pupa speciale. Una via di mezzo tra l’Oscar delle maggiorate, un frappé di Miss Mondo alle fragole con crema pasticciera e la prima danzatrice del ventre premiata alle ultime Olimpiadi.
La prima volta che la vidi, decisi che dovevo assolutamente conoscerla meglio e così mi misi subito in ferie. Dopo tre mesi, non avevo ancora completato la conoscenza.
Spero di essere stato chiaro e così potrò finalmente ritornare al mio racconto. Se dovessi descrivere tutte le mie donne, sarei costretto a cambiare tema e trasformare questo libro in un atlante geografico al femminile.
C’è ancora qualche scettico? Ho capito, birbanti, vi dà fastidio che all’inizio l’abbia descritta come «una» delle mie. E allora? Non mi vorrete dire che a voi garba una vita monotona? A me, No!
Ma adesso lasciatemi continuare. Questo della gamba è stato uno dei casi più difficili della mia carriera di poliziotto. Lo giuro. Peggiore di quello della squadra nazionale di Monopoli annegata nella fontana di Piazza Faccendieri. Intanto, precisiamo subito che per un Tenente di Polizia come me, fatti del genere sono all’ordine del giorno.
Chiedetelo pure ai miei colleghi della Centrale e tutti vi assicureranno che al Tenente Gas Gasper non mancano casi impossibili da risolvere. Dovrebbero saperlo, visto che a loro lascio quelli possibili e certe volte sono costretto a dare loro una mano.
E toglietevi quel sorriso dalla faccia, prima che mi arrabbi! Guarda un po’ se mi dovevano capitare anche dei lettori scettici! Bene, adesso finiamola di perdere altro tempo!
Allora, come vi dicevo, ero andato a trovare la Topazia. Avevo parcheggiato la mia Red Racket 6000 sul marciapiede di fronte a casa sua e, preso l’ascensore, ero salito al sessantesimo piano, dove lei abita in un appartamentino così piccolo che sembra la casa di Barbie. Sarei salito anche a piedi, ma non avevo tanta fretta e poi ero un po’ stanco, avevo appena risolto il caso dell’ippopotamo scomparso e, vi dirò, riportarlo in spalla al prestigiatore che se l’era fatto fregare dal cilindro mi aveva lasciato un accenno di fiatone.
Giunto di fronte alla porta di Topazia, diedi la solita scampanellata d’avvertimento: tre brevi, tre lunghi e tre brevi. Non chiedevo soccorso, dopo tutto il salvatore ero io che venivo a rallegrarle la serata. Al mio segnale, lei aveva a disposizione circa cinque secondi per truccarsi, riordinarsi i capelli, sfilarsi di dosso il superfluo, togliere dal frigo i cubetti di ghiaccio per annegarli in un bicchiere colmo di whisky e stamparsi in faccia un sorriso seducente.
Passarono dieci secondi, sufficienti per innervosirmi. Odio attendere. La porta restava chiusa e dall’interno si udiva una musica che, come le attese, non mi andava giù. Appoggiai l’orecchio al battente: erano canti di montagna tirolesi.

continua...

DALLA STAMPA:

Gas Gasper, tenente di Cacao City
Scarica un grande giallo a 1,99 €

Di Enzo Verrengia 31 gennaio 2013

Il giallo finisce per proporre meccanismi ripetitivi. Perfino la sorpresa finale, con la rivelazione del colpevole, è il passaggio obbligato di uno schema che torna. Lo dimostrò Umberto Eco in Opera aperta. Vale anche oggi, dopo tante svolte nel campo della letteratura poliziesca, dal predominio dell’enigma classico agli scavi psicologici nelle menti degli assassini seriali, dal noir disperato ed estremo all’indagine storica. Il percorso di lettura è sempre lo stesso.

Ma lo si può scombinare. Al che il giallo diviene qualcos’altro. I francesi hanno un’espressione, mise en abîme, che significa letteralmente «collocato nell’infinito» o «collocato nell'abisso». Con ciò la critica designa un’opera non solamente letteraria, che ripropone il suo stesso contenuto, rispecchiandolo all’infinito. Per esempio, un romanzo nel quale lo scrittore sta scrivendo un romanzo, come Misery non deve morire, di Stephen King. O un film su un regista che gira un film, come Effetto notte, di François Truffaut.

O, infine, un giallo che trasforma i meccanismi del giallo in un gioco satirico sul giallo stesso. Come Gas Gasper e il mistero delle infermiere assassinate, del triestino Paolo Carbonaio. Innanzi tutto, il titolo. Talmente improbabile perché esplicita in modo lapalissiamo i luoghi più comuni del genere. Un nome che sembra fatto apposta per il detective di turno, la parola «mistero» e il participio canonico del poliziesco, «assassinate».

Simili combinazioni se ne trovavano a bizzeffe sulle copertine delle riviste popolari negli anni Venti, Trenta e Quaranta, l’età dell’oro del thriller inglese e americano. Evocarle adesso, conferisce immediatamente il tono dello scherzo. O meglio, della parodia di altissima qualità. Impressione confermata dal testo: «Chiedetelo pure ai miei colleghi della Centrale e tutti vi assicureranno che al Tenente Gas Gasper non mancano casi impossibili da risolvere. Dovrebbero saperlo, visto che a loro lascio quelli possibili e certe volte sono costretto a dare loro una mano. E toglietevi quel sorriso dalla faccia, prima che mi arrabbi! Guarda un po’ se mi dovevano capitare anche dei lettori scettici! Bene, adesso finiamola di perdere altro tempo!» Oltre a riversare in burletta il piglio epico dell’ispettore Callaghan di Clint Eastwood, Carbonaio commette deliberatamente un peccato capitale della scrittura gialla. Anziché costruire sulla pagina l’equivalente della quarta parete teatrale, ovvero la finzione perfetta, che esclude il pubblico, lo chiama in campo.

Al contrario di quanto propugnava Brecht con lo straniamento, che permetteva di non identificarsi nella vicenda e nei personaggi, a beneficio del senso critico. Carbonaio fa lo stesso. Convoca gli appassionati del giallo ad un divertissement collettivo, sul filo dell’improbabile ma ferratissima inchiesta che il tenente Gas Gasper, della squadra omicidi di Cacao City, conduce sulle morti violente di infermiere più adatte per posare in foto da pin up.

Accoppiamento tipico, anche questo, delle riviste pulp: bellocce discinte uccise col sangue. Insomma, un’occasione, questo ebook, di scoprire o riscoprire il sapido talento di Paolo Carbonaio, che in altre sedi ha pubblicato splendidi libri di mare e non disdegna di agire narrativamente anche sotto le mentite spoglie di Humbert Du Charbon per firmare il ciclo di Hator. Il che, unito alle imprese di Gas Gasper, fa di lui un’esempio raro fra gli autori pensinsulari, pochissimi dei quali sono predisposti all’ironia, specie verso se stessi.

Da: http://www.unita.it/culture/gas-gasper-tenente-di-cacao-city-br-scarica-un-grande giallo-a-1-99-1.481378



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