I
dhows del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano
Dhow
è il termine europeo con il quale si definisce un veliero arabo
in generale. Costruzioni molto antiche, i dhows sono di modelli e
dimensioni diverse secondo l'uso e le zone dove sono costruiti.
Tutti i dhow armano vele latine con uno o più alberi generalmente
inclinati verso prora (maestra e mezzana). Le vele dei dhows costruiti
in Mar Rosso e nei cantieri delle coste arabe sono di forma trapezoidale
in quanto manca loro un piccolo triangolo di tela nella parte prodiera.
In genere gli alberi sono costruiti in un unico pezzo, diversamente
dall'antenna che sostiene la vela.
In navigazione l'antenna con la vela è sempre sottovento all'albero
ed in caso di cambio di mura, si deve spostarla mollando le scotte
e le sartie volanti per porla verticalmente e doppiare l'albero. Ma
è una manovra che si fa raramente, perché in Oceano
Indiano soffiano i Monsoni e i tragitti si svolgono per la gran parte
navigando sempre con le stesse mura.
I Monsoni spirano costantemente da Sud Est nel periodo che va da dicembre
a marzo e da Nord Est nel periodo che va da aprile a novembre.
I dhows più grandi sono sempre pontati e con una stiva per
le merci, mentre raramente vi sono delle cabine per gli equipaggi
che dormono all'aperto. I servizi igienici, quando ci sono, si compongono
di una piccola struttura chiusa posta esternamente al piano di coperta
e a volte si riducono ad un fusto vuoto di petrolio con un buco sul
fondo.
I
dhows sono da sempre utilizzati dai navigatori arabi per il trasporto
costiero di merci e di persone e per traghettare i fedeli a La Mecca.
Gli scafi più grandi navigavano in tutto l'Oceano Indiano,
commerciando con le isole Seychelles, Mascarene, Comore, Zanzibar
e Madagascar.
La navigazione in Oceano Indiano degli arabi, valenti astronomi e
navigatori, inizia tra il nono e decimo secolo,
quando i dhows raggiunsero, oltre a tutti gli arcipelaghi,anche l'India,
lo Sri Lanka e persino la Cina.
In questi lontani paesi gli arabi aprirono centri di scambi commerciali
e si racconta che fu proprio a seguito di questi viaggi che sono nate
la leggenda di "Simbad il marinaio" e le storie delle "Mille
e una notte". Con il decimo secolo gli Arabi navigarono anche
il fiume Volga e raggiunsero il Mar Caspio.
Alcuni dhows di dimensioni maggiori, per la loro struttura, si crede
siano discendenti diretti delle navi portoghesi che trafficavano merci
e schiavi lungo le coste del Mar Rosso, della Penisola Arabica e quelle
dell'Africa orientale sull'Oceano Indiano a cominciare dal sedicesimo
secolo.
Il
Baghlà è il dhow più
elegante ed è utilizzato per la navigazione costiera lungo
le coste della Penisola Arabica.
Il Sambuk, dhow tipico del Mar Rosso,
è costruito ad Aden. E' distinguibile per la prora spinta in
fuori e ricurva come una lama di scimitarra e per la poppa piatta
e quasi verticale. Per la forma dello scafo ricorda la Caravella.
Il Boom è tra le più grandi
imbarcazioni a vela arabe e può raggiungere anche i 25, 30
metri di lunghezza e superare le 200 tonnellate di stazza. Ha la prora
e la poppa con notevole slancio ed il timone a ruota sotto una tettoia
fissa sul cassero di poppa che funge anche da ricovero per l'equipaggio.
Diversamente dagli altri dhows, il Boom può avere l'albero
di mezzana inclinato verso poppa. Utilizzato prevalentemente in Golfo
Persico, è costruito nei cantieri del Kuwait. Per la sua grandezza
è stato maggiormente utilizzato nelle lunghe navigazioni oceaniche.
Il Ghanjah, simile al Boom, ha un cassero
di poppa rialzato e munito di finestre per l'areazione delle stive,
lungo e stretto e normalmente lussuosamente decorato, è ormai
scomparso dai mari arabi.