Trieste - Il Porto Franco Vecchio
 
l Porto vecchio di Trieste si estende su un’area di 67 ettari, con oltre un milione di metri cubi di hangar spesso di grande pregio ed è tra gli ambiti di archeologia industriale marittima più rilevanti del Mediterraneo. L’area del Porto vecchio è comunque ben collegata alla città data la sua posizione privilegiata vicino al centro storico e agli ottimi collegamenti stradali sia in ingresso che in uscita. Inoltre, tutta l’area è servita da un fascio di binari ferroviari direttamente collegati alla Stazione ferroviaria di Trieste Centrale ed è dotata di infrastrutture logistiche di collegamento. Nell’area è possibile insediare attività di carattere commerciale – tipiche quindi del Porto – ma anche attività legate alla cosiddetta portualità allargata quali l’attività direzionale, ricettiva, nautica da diporto e servizi accessori inclusa la cantieristica. All’interno del Porto vecchio c’è il terminal operativo Adriaterminal, che si sviluppa su un’area di 3 ettari ed e’ dotato di capannoni moderni e banchine con pescaggi fino a 12 metri. Il Porto vecchio è protetto da una diga foranea disposta con orientamento parallelo all’allineamento delle banchine, ha una lunghezza di 1.100 m con fondali variabili che raggiungono una profondità massima di 18 m ed è posizionato ad una distanza di circa 130 m dal filo banchina esterno degli sporgenti.
La diga foranea era originariamente strutturata per consentire l’attracco delle navi sul lato rivolto verso la terraferma. Ad oggi l’ormeggio di mezzi commerciali è vietato e attualmente la diga foranea – dopo il restauro degli edifici ed il recupero della pavimentazione in pietra arenaria – è sede di un prestigioso stabilimento balneare. I magazzini posti all’interno del comprensorio, ovvero i capannoni – così vengono comunemente indicati gli edifici più antichi del Porto – appartengono ad una classificazione disciplinata da regole costruttive specifiche dei lagerhauser dei porti del nord Europa che comprende locali destinati al deposito, alla conservazione e alla sosta delle merci dall’arrivo nel Porto fino alla spedizione e alla relativa distribuzione. I magazzini furono disposti su tre strade parallele tra loro: uno stradone centrale e due strade di cui una confinante con la via ferrata. La classificazione delle tipologie edilizie dei capannoni, che in origine erano 38 corpi di fabbrica, può essere distinta secondo tre principali gruppi di edifici: a un solo piano fuori terra; a due o tre piani fuori terra con cantina e soffitta, con ballatoi tra gli avancorpi sostenuti da colonnine di ghisa; a quattro piani fuori terra con cantina, pianoterra e quattro piani superiori con ballatoi.
I magazzini erano muniti di gru, elevatori, montacarichi ed altri arredi per le operazioni di carico e scarico delle merci; inoltre, quelli del primo e del secondo gruppo, presentano un perron (banchina a sbalzo sul piano stradale) che ha un’altezza di circa 1 metro, adatto quindi per le operazioni dai carri ferroviari o da autoveicoli; mentre quelli del terzo gruppo, di più recente costruzione (primi del ’900) presentano accessi anche a filo di terra. All’interno del Porto vecchio è sorto il polo museale del Porto che ha sede in due dei migliori esempi di archeologia industriale-portuale, ovvero l’edificio della Centrale idrodinamica e l’edificio della Sottostazione elettrica, ancora oggi sedi di macchine generatrici di energia conservate nella loro interezza nell’edificio originario. (www.porto.trieste.it)


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