Trieste - la Sacchetta
- tra Riva Tommaso Gulli, Pontile Istria, Riva Grumola, Via Ottaviano Augusto e il Molo Fratelli Bandiera -



La Società Triestina della Vela sul Pontile Istria

Il Club Adriaco
Club Adriaco sul Molo Sartorio in Riva Tommaso Gulli: Nei primi mesi del lontano 1903, un gruppo di yachtsmen della "Società delle Regate", spinto dal desiderio di incoraggiare la vita marinaresca e lo sport della vela, decide di costituire una Società Velica denominata Yacht Club Adriaco. Uno dei Soci fondatori, il sig. Edoardo Caramelli proprietario del prestigioso Grand Hotel Et De La Ville, prospiciente le rive, mette a disposizione della Direzione e dei primi Soci per circa due anni la sala riunioni dell'albergo. Spinti da un forte spirito irredentistico, i primi soci scelgono come colori sociali il verde ed il rosso che, sventolanti sul guidone sociale, in mezzo al bianco delle vele, riproduceva l'amato tricolore italico che, in quel periodo veniva badito dalla vigile gendarmeria austriaca. Il 25 giugno 1905 viene inaugurata la prima vera Sede: si tratta di un "pielego" (barca da lavoro opportunamente modificata) che viene ormeggiata sotto vento a bora alla radice del Molo Sartorio. Nel gennaio 1912, si inaugura la seconda Sede galleggiante anche questa ormeggiata vicino al Molo Sartorio. Nel 1923 il Demanio concede in affitto la “casetta rossa”. Il 4 novembre 1925 viene inaugurata la terza Sede del Club. Essa era costituita da una grande sala principale che un tempo era sede della Sanità del Porto di Trieste ai tempi di Maria Teresa e poi per moltissimi decenni Stazione dei Piloti; a questo storico edificio (chiamato "casetta rossa" ) viene aggiunto nel 1924, con cospicuo sforzo finanziario dei Soci, un corpo dalla forma rettangolare nel quale trovano sistemazione la cucina, il magazzino, la segreteria, il bar, il locale del custode e gli spogliatoi.
La "casetta rossa" opera dell'udinese V. Presani - 1847
Riva Tommaso Gulli (da Piazza Venezia a via dei Burlo), istituita nel 1932, Precedentemente a questa data faceva parte di Riva Grumula. Il nome vuole ricordare il capitano di corvetta (Faenza, 17 novembre 1879 – Spalato, 12 luglio 1920) eroe della prima guerra mondiale.
Il "Molo Sartorio", costruito da Pietro Sartorio nel 1847 sui fondi di proprietà della famiglia, era destinato alla propria attività commerciale. Nel 1859 venne installato il primo mareografo dell'Adriatico, a cura del professor Schaub della locale Accademia nautica, da allora lo zero di tutte le carte nautiche pubblicate nella monarchia fu riferito a questo idrometro [1]. In testa al molo verrà costruita la "casetta dei piloti", che ospitava i componenti della corporazione ai quali venivano affidate le navi nei delicati momenti di entrata e uscita dal porto. Nel 1924 sarà demolita per costruire la nuova sede dell'"Adriaco". (da "San Vito" A.Seri- S.Degli Ivanissevich - Margherita Tauceri)
Riva Tommaso Gulli: Fino al 2004 si trovava la piscina Comunale, che fino dal 1948 era uno degli obiettivi del Coni e del Comune. Solo il 15 novembre del 1950, nel corso di una seduta della Commissione edilizia presieduta dal sindaco Bartoli, si decide di approvare la costruzione della piscina localizzata in riva T. Gulli, con il progetto firmato dall'architetto Ezio Cosolo della direzione centro studi impianti sportivi del Coni. Iniziano i lavori e nel ’54, prima che gli angloamericani lasciassero la città, la piscina viene completata e nel 1966 dedicata al nuotatore olimpico Bruno Bianchi (1943-1966). Un busto bronzeo dell'atleta, opera di Tristano Alberti era stato collocato nell'atrio La vasca lunga 33metri e larga 18, divisibile in due vasche più piccole, le dimensioni insufficienti hanno escluso la piscina da competizioni nazionali. Nell'edificio operava anche il Centro di Medicina dello Sport. Nel cinquantenario della piscina, prima della demolizione, l'edificio diventa la sala espositiva di una mostra con disegni e foto intitolata "Trieste anni cinquanta". Dopo la demolizione della piscina l'area è stata trasformata in un parcheggio, subito dopo si trova il magazzino vini, che venne costruito nel 1902 con la denominazione di "Magazzino per il Commercio dei vini nazionali", nato per lo stoccaggio delle botti che arrivavano dall'Istria e dalla Dalmazia. L'edificio, semplice e funzionale, presentava muratura in pietra, tetto in legno e un ingegnoso sistema di annaffiatura ad acqua che contribuiva a mantenere costante la temperatura interna. Per questo motivo la struttura veniva anche chiamata “Capannone delle vasche”. L'edificio è stato abbandonato per molti anni, le vicende proprietarie e politiche si sono fatte nel tempo più complicate, ostacolando il recupero della costruzione che è rimasto un rudere. Le Cooperative operaie di Trieste Istria e Dalmazia volevano trasformare l’immobile in un punto vendita di prestigio, ma l'operazione non si è realizzata, nel 2005 la Fondazione Cassa di Risparmio Trieste compra l’immobile affidando all'architetto Marco Casamonti l'incarico del progetto di recupero. Sorgono altre polemiche e difficoltà, viene abbandonata la prima idea di realizzare un centro culturale, l'antico l’edificio di cui sono rimasti solo i muri perimetrali, diventa uno store alimentare; il per il 17 gennaio 2017 viene inaugurato Eataly. (Fonte: Margherita Tauceri)



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