Trieste tra immagini e storia

Trieste - Cittavecchia



Piazzetta Tor Cucherna: San Vito-Città Vecchia. Tra via del Crocifisso e via Battaglia. C.A.P. 34121. L’aspetto dell’originaria via di Tor Cucherna (dal 1902, prima «via Cucherna» e prima ancora «via Covaz» mutò alquanto con le demolizioni effettuate negli anni Trenta, quando vennero abbattuti numerosi edifici che la fiancheggiavano; tuttavia, nonostante l’ampiezza della strada fosse aumentata, l’odonimo «via di Tor Cucherna» rimase conservato nello stradario comunale. Dal 20.12.1988 anziché ripristinare l’originario toponimo «Covaz» anche in considerazione dei risultati non trascurabili di indagini storiche recenti, che hanno minato il fondamento dell’odonimo moderno «via di Tor Cucherna » sollevando fondati dubbi sull’autentica denominazione della non lontana torre, il Comune di Trieste ha ritenuto opportuna la semplice correzione da «via di Tor Cucherna» in «piazzetta Tor Cucherna»; questo dopo che la zona ha subito notevoli interventi di ristrutturazione edilizia con l’attuazione del piano di edilizia economica e popolare. Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.


Piazzetta Tor Cucherna

Via Prelaser dove un tempo c'era il lavatoio pubblico

Sopra: Via dell'Ospitale, già via del Vescovado, dal nome dell'allora residenza vescovile che colà si affacciava, la strada che da via delle Monache conduceva al Castello prese il nome di via dell'Ospitale nel 1785 allorquando l'imperatore Giuseppe II volle destinare l'edificio a ricovero per gli infermi. Due anni più tardi casa Marenzi, sul frontone del cui portone di ingresso è ancora leggibile l'iscrizione risalente al 1643 "ADMDC Schenegg LXIII " indicante l'appartenenza del caseggiato alla nobile famiglia, venne eletta a succursale per i "venerei e gli schifosi". Con la costruzione nel 1840 del Nosocomio, lo stabile fu adattato a diverse esigenze non perdendo mai la sua importanza sociale: fu infatti acquistato dal Comune nel 1787 e destinato nel 1842 a Civica scuola di arti e mestieri, scuola di agraria che risultò essere più opera caritatevole che di pubblica utilità tanto da essere soppressa e sostituita nel 1852 e fino al 1872, dal Seminario di chierici così come voluto dal vescovo Bartolomeo Legat. In quello stesso anno vi fu collocata, in via del tutto provvisoria, la scuola Magistrale femminile.
Androna San Saverio. dove c'è l'edificio che fu sede del seminario diocesano e che su istituzione del Conte Mattia della Torre nel 1713 venne affidato ai gesuiti, Dopo la sopressione dell'ordine, il 21 settembre 1773, fu venduto nel 1777 e divenne sede di vari organi e gradi di scuole pubbliche. Nel 1936 il vecchio seminario fu utilizzato come ospedale sussidiario e come caserma di polizia.

Via della Bora
Casa del 1678 tra Via della Bora angolo Via della Cattedrale e Via dei Colombi

Via della Bora

A sinistra e sopra:
Androna dell'Olio dove i de' Francolsberg possedevano un torchio.
Denominazione sette-ottocentesca suggerita dalla presenza di un torchiooleario, che, riferisce A. Tribel nel 1884, "affittavasi in fondo all'androna, nel magazzino della casa del cavalier Antonello de Francolsberg"



Via Piranella - Madonnina di Lourdes con cornice di legno di probabile periodo ottocentesco

Via Piranella

Sopra: Via dei Colombi


Via delle Scuole

A sinistra:

Via delle Scuole, tra il lato sinistro della chiesa di Santa Maria Maggiore e Via delle Monache. Il nome deriva dalla scuola di Via San Saverio, dal vecchio collegio gesuitico e dalla scuola delle suore benedettine.

La politica scolastica nella Trieste emporiale fu il nodo attorno cui ruotò e si sviluppò il processo di identità nazionale, che condurrà la borghesia ad abbracciare le ragioni dell'irredentismo. "Nos cum latini simus, linguam ignoramus theutonicam, etiam doctores quos consulimus latine et non theutonice sciunt scribere" (da un documento del XVI secolo)

Cittavecchia con Piazza Cavana è il vecchio cuore popolare di Trieste. In questa zona si susseguono palazzi del '700 e dell'800 e vi confluiscono stradine che un tempo ospitavano i postriboli popolari, frequentati dagli equipaggi delle navi che attraccavano al porto.
Ancora oggi è il luogo in cui si possono trovare i vecchi negozi di frutta e verdura, cooperative, librerie, ma anche negozietti di prodotti tipici triestini. La zona di Cavana è famosa anche per due episodi fra storia e leggenda.
Il primo riguarda Joseph Fouché, il cattivissimo ministro degli interni di Napoleone, inventore della polizia moderna e dei servizi segreti, che fu ospitato a Palazzo Vicco (oggi sede dell'arcivescovado) e mori a Trieste il giorno di Natale del 1820: durante il funerale, la bara scivolò a terrà e si aprì, rovesciando il cadavero, segno - secondo la leggenda - della scarsa predilezione dei cieli per il morto.

Il secondo episodio narra invece la storia della congiura dei Ranfi del 1313, che ebbe luogo proprio a Cavana. Probabilmente si trattò di una congiura filoveneziana per stabilire una signoria. La vera storia è avvolta nel mistero, ma Matteo Ranfi e i suoi figli furono condannati a morte, le donne della famiglia esiliate e le case abbattute fino alle fondamenta: da quel giorno in questo spazio nessuno ha più costruito nulla. (da:http://www.minube.it/)


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