Trieste
Romana in Cittavecchia - L'Arco di Riccardo in Via del Trionfo e Via Riccardo |
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Nel sec XIV venne costruito un circuito
murario, il cui percorso è testimoniato dal toponimo di via delle
Mura. Complessi abitativi in Piazzetta Trauner e Piazza Barbacan, la strada romana e le mura urbiche tardoromane in Via dei Capitelli e strutture artigianali del V secolo, sono stati rinvenuti in questa zona di Città Vecchia, che dai primi anni del Novecento è stata progressivamente abbandonata. Nel XVIII secolo l'impianto topografico risulta fortemente condizionato dall'accidentata morfologia del pendio collinare, ma anche dell'assetto stradale antico. La viabilità è in forte pendenza, i percorsi sono ripidi e talvolta gradinati, convergenti verso l'asse stradale di Via Sporcavilla che assieme a Via dei Capitelli costituisce l'elemento ordinatore del tessuto edilizio. Sulla viabilità minore, e sulla risalita del colle (Via delle Mura e Via dei Capitelli), si distribuiscono blocchi edilizi, complessi abitativi a pianta rettangolare che sfruttano tutti gli spazi, saturano tutte le aree disponibili riusando anche quelle dell'età romana e medioevale. Nei secoli XIV e XV in Via delle Mura vennero eretti una serie di muri a secco, disposti su quote differenziate, con terrazzamenti ad uso agricolo. I luoghi erano scarsamente edificati. Tra il V e il VII secolo sembrano esserci pochi e modesti edifici collegati ad attività agricole. Nello specifico dello scavo Crosada si possono cogliere i sintomi del collasso funzionale dell'area nel corso del III e IV secolo: macerie edilizie su strutture di età precedente scaricate intenzionalmente su cui sono state trovate tracce di frequentazioni, connesse alla destinazione funeraria. Sono state trovate quattro sepolture a inumazione. |
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La presenza
di tombe è inequivocabile indizio della perdita di centralità.
Ancora nell' ambito del III secolo si devono registrare l'abbandono e
il rapido deperimento degli ambienti e infine il crollo definitivo dei
muri, con la formazione di imponenti cumuli di macerie. Nel I secolo la
fase edilizia che conferisce alla zona uno specifico assetto topografico
è rappresentata da un sistema di terrazzamento del pendio collinare,
sistema costituito da una serie di muri di contenimento formati da terra
argillosa alternata a materiali edilizi.
Nel corso di questo secolo l'intero complesso manifesta i segni di un
generale cedimento strutturale, le cui cause sono dovute probabilmente
alla instabilità del piede del versante, da eventi sismici, smantellamenti
delle strutture, fessurazione dei muri. Ad ovest dell'ingresso dell'Arco di Riccardo, alla metà del I sec. d.C., una ricca domus i cui ambienti di disponevano sul fianco della collina con altimetrie diverse |
L'ingresso si trovava sulla strada romana di
Via dei Capitelli, mentre un'area scoperta, in Piazza Barbacan fungeva
da tramite fra la zona residenziale e quella destinata ad usi domestici.
I vani erano mosaicati. Si sono trovate scarse tracce di una fase più
antica negli ambienti mosaicati, ma la disposizione dei vani sembra essersi
mantenuta immutata fino al III secolo. (da:
biblioteche.comune.trieste.it) |
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Costruito
intorno alla metà del I sec. a.C. (33 a.C.) con la fondazione della
colonia di Tergeste voluta dall'imperatore Ottaviano Augusto. Si ipotizza
che sia stato una porta della cinta muraria della città perché
si trovava su un'antica strada romana, oppure l’ingresso di un’area
sacra dedicata alla Magna Mater. Nel corso del medioevo ha mantenuto la
sua funzione di porta, inglobata in un complesso difensivo più
ampio. Qui le mura piegavano in una rientranza per poi salire verso la
Cattedrale. Il toponimo “Barbacan” rievoca l’esistenza
di una struttura fortificata esterna ad esse. Per il nome, invece, una
leggenda narra che si riferisce a Riccardo Cuor di Leone tenuto prigioniero
a Trieste di ritorno dalla Terra Santa, mentre una seconda leggenda dice
che il nome Riccardo fu adottato all'epoca della dominazione franca (che
si estese a Trieste tra il 787 e il 788) dalla deformazione medievale
di Re Carlo Magno. Secondo altri, infine, deriva dalla deformazione dialettale
della parola latina "cardo maximus", il nome di una delle due
vie principali delle città romane (l'altra è il "decumano
maximus "). |
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Ad
ovest dell'ingresso dell'Arco di Riccardo sorgeva una ricca domus i cui
ambienti si disponevano sul fianco della collina con altimetrie diverse.
L' ingresso probabilmente si trovava sulla strada romana di Via dei Capitelli,
mentre un'area scoperta, in Piazza Barbacan, fungeva da tramite fra la
zona residenziale e quella destinata ad usi domestici, ubicata verso Via
delle Mura. La zona residenziale si articolava in due vani tra loro comunicanti,
uno con pavimento musivo nero con inserzione di otto tessere bianche disposte
a formare un quadrato, l'altro con mosaico a fondo bianco e fascia di
contorno nera. |
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Le pareti presentavano uno zoccolo rosso con campitura
superiore bianca e fascia verticale rossa, nell'altra stanza sopra lo
zoccolo, elementi vegetali. La parte riservata ad usi domestici, posta
verso Via delle Mura, era caratterizzata da un vano provvisto da focolare
ed al di fuori del muro che lo limita ad est è stato individuato
uno scarico di rifiuti, ricco di materiali anforacei e da cucina, collocabile
al III sec. d.C. Si presume che gli ambienti di Piazza Trauner fossero
stati occupati fino all'abbandono databile al IV-V secolo.
In una buca del pavimento è stato rinvenuto un gruzzolo di monete
emesse alla metà del IV secolo d.C. I mosaici sono conservati all'interno
della casa, sotto una copertura di lastre di vetro che costituiscono il
pavimento dell'attuale vano d'affari. (da: biblioteche.comune.trieste.it) |
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Fabbricato su cui poggia l'Arco di Trionfo (tra Via della Trionfo e Via della Cattedrale): L'edificio è di origine seicentesca ed era denominato in passato la casa dei preti. Sulla facciata in via del Trionfo poggia l'arco romano, antica porta monumentale della città costruita nel 32 a.c., conosciuta con il nome di Arco di Riccardo per una presumibile deformazione del nome Cardo, la via che nelle città romane intersecava il Decumano. Sulla facciata di via della Cattedrale in passato vi era incassata nel muro una lapide che portava l'iscrizione: AD COMPLACENTIAM ILL. D. D. CAROLI A TURRIS S.R.I. COM. ET VALLISSAXINAE CAPIT. ANNVENTE CONSILIO INTEGRO EREXERE ILL. ET PERILL. DNI IVDICES ET RECTORES CIVITATIS TERGESTI REGIM IANVARII 1667 HANC VIAM. La lapide commemorativa fu murata nel 1667, per ricordare i lavori per la sistemazione e la regolazione della via che conduceva alla cattedrale di san Giusto, realizzata tagliando gli orti della vicina chiesa dei gesuiti. (da: biblioteche.comune.trieste.it) |
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Curiosità: La trattoria all'Antico Trionfo, che si trovava nella casa sulla quale poggia l'Arco di Riccardo. Nel 1909 era gestita da tre fratelli: Giovanni, Rodolfo ed Erminio Argentin. Scaduta nel 1904 la convenzione italo-austriaca sull'importazione di vini meridionali (dopo che la filossera del 1892 aveva distrutto i vigneti istriani), si cominciò ad importare i vini dalmati. In questa trattoria oltre al "dalmato nero" si mesceva l"Opolo di Lissa", vino bianco, che non tardò a conquistare la piazza. Nel locale, illuminato dalla luce a gas, sino a notte inoltrata si alzava stentorea la voce del corista del "Verdi" : " Solenne, in quest'ora....giurar mi dovete....." , cui faceva eco il coro, irrobustito dal buon vino dalmato. (Da: Trieste che non c'è più) |
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Via Riccardo con sullo sfondo Via San Silvestro, adiacenti a Via del Trionfo e sopra a destra Androna Aldraga |
Area
archeologica di Città Vecchia: Nel sec XIV venne costruito un circuito murario, il cui percorso è testimoniato dal toponimo di via delle Mura. Complessi abitativi in Piazzetta Trauner e Piazza Barbacan, la strada romana e le mura urbiche tardoromane in Via dei Capitelli e strutture artigianali del V secolo, sono stati rinvenuti in questa zona di Città Vecchia, che dai primi anni del Novecento è stata progressivamente abbandonata. Nel XVIII secolo l'impianto topografico risulta fortemente condizionato dall'accidentata morfologia del pendio collinare, ma anche dell'assetto stradale antico. La viabilità è in forte pendenza, i percorsi sono ripidi e talvolta gradinati, convergenti verso l'asse stradale di Via Sporcavilla che assieme a Via dei Capitelli costituisce l'elemento ordinatore del tessuto edilizio. Sulla viabilità minore, e sulla risalita del colle (Via delle Mura e Via dei Capitelli), si distribuiscono blocchi edilizi, complessi abitativi a pianta rettangolare che sfruttano tutti gli spazi, saturano tutte le aree disponibili riusando anche quelle dell'età romana e medioevale. Nei secoli XIV e XV in Via delle Mura vennero eretti una serie di muri a secco, disposti su quote differenziate, con terrazzamenti ad uso agricolo. I luoghi erano scarsamente edificati. Tra il V e il VII secolo sembrano esserci pochi e modesti edifici collegati ad attività agricole. Nello specifico dello scavo Crosada si possono cogliere i sintomi del collasso funzionale dell'area nel corso del III e IV secolo: macerie edilizie su strutture di età precedente scaricate intenzionalmente su cui sono state trovate tracce di frequentazioni, connesse alla destinazione funeraria. Sono state trovate quattro sepolture a inumazione. La presenza di tombe è inequivocabile indizio della perdita di centralità. Ancora nell' ambito del III secolo si devono registrare l'abbandono e il rapido deperimento degli ambienti e infine il crollo definitivo dei muri, con la formazione di imponenti cumuli di macerie. Nel I secolo la fase edilizia che conferisce alla zona uno specifico assetto topografico è rappresentata da un sistema di terrazzamento del pendio collinare, sistema costituito da una serie di muri di contenimento formati da terra argillosa alternata a materiali edilizi. Nel corso di questo secolo l'intero complesso manifesta i segni di un generale cedimento strutturale, le cui cause sono dovute probabilmente alla instabilità del piede del versante, da eventi sismici, smantellamenti delle strutture, fessurazione dei muri. Ad ovest dell'ingresso dell'Arco di Riccardo, alla metà del I sec. d.C., una ricca domus i cui ambienti di disponevano sul fianco della collina con altimetrie diverse. L' ingresso si trovava sulla strada romana di Via dei Capitelli, mentre un'area scoperta, in Piazza Barbacan fungeva da tramite fra la zona residenziale e quella destinata ad usi domestici. I vani erano mosaicati. Si sono trovate scarse tracce di una fase più antica negli ambienti mosaicati, ma la disposizione dei vani sembra essersi mantenuta immutata fino al III secolo. (http://biblioteche.comune.trieste.it) |
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