Trieste - il Castello di Miramare

Il Castello di Miramare è un palazzo costruito nell'omonima frazione di Trieste per volere di Massimiliano d'Asburgo-Lorena, arciduca d'Austria e imperatore del Messico, per farne la propria dimora da condividere con la moglie Carlotta del Belgio. Affacciato sul golfo di Trieste, è situato a pochi chilometri a nord del capoluogo (circa 6 km dalla Stazione Centrale). Miramare è la forma italianizzata dell'originale Miramar, derivante dallo spagnolo "mirar el mar", in quanto Massimiliano d'Asburgo nel visitare il promontorio che lo ospita, fu ispirato dal ricordo di castelli spagnoli affacciati sulle coste dell'oceano Atlantico.
Il castello è circondato dal un grande parco di circa 22 ettari caratterizzato da una grande varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo, che compì come ammiraglio della marina militare austriaca. Nel parco si trova anche il castelletto, un edificio di dimensioni minori che funse da residenza per i due sposi durante la costruzione del castello stesso, ma che divenne di fatto una prigione per Carlotta, quando perse la ragione dopo l'uccisione del marito in Messico.
Il castello è descritto nella poesia Miramar di Giosuè Carducci, dedicata alla tragica sorte di Massimiliano d'Asburgo.
All'interno, il castello è suddiviso in numerose stanze. Il piano terra era destinato a residenza dell'Imperatore Massimiliano I e della consorte Carlotta, mentre quello superiore venne in periodo successivo adibito a residenza del Duca Amedeo d'Aosta, che vi abitò per circa sette anni e modificò alcune stanze secondo lo stile dell'epoca. Furono rimosse le insegne Imperial-Regie e sostituite con croci sabaude.
Questo castello è risultato funesto per chi vi ha abitato: Massimiliano d'Asburgo partì per cingere la corona imperiale del Messico e vi morì, Amedeo, allora comandante del 29° Reggimento Artiglieria di Gorizia, partì per l'Impero d'Etiopia di cui fu viceré e morì in prigionia.

La prima idea di costruire un castello sul promontorio vicino alla baia di Grignano venne a Massimiliano nel 1855. Occorreva bonificare la zona, ma l'ampio spazio a disposizione avrebbe costituito per il fratello dell'imperatore il luogo ideale dove dare libero sfogo alla propria passione per la botanica, creando un giardino in cui l'arciduca farà poi confluire le numerose piante rare importate oltreoceano.
I lavori cominciarono il 1º marzo 1856, e il progetto fu affidato all'architetto viennese Carl Junker. Il primo disegno non convinse Massimiliano, che ne chiese uno alternativo a Giovanni Berlam, rimanendone soddisfatto. Fu tuttavia il secondo progetto di Junker a divenire quello definitivo. Il modello si rifà alla corrente - di gusto chiaramente neomedievale - denominata romantisches Historismus, sviluppata in quegli anni da Theophilus Hansen all'Arsenale di Vienna e alla villa Pereira, poco a nord della capitale imperiale. L'ideale principale cui si ispirarono l'architetto e il committente di Miramare è tuttavia quello reso manifesto da Karl Friedrich Schinkel nella realizzazione dello Schloss Babelsberg a Potsdam e dello Schloss Kurnik in Polonia.

Il castello doveva essere inizialmente costituito da tre piani e un mezzanino, ma Massimiliano, che pur risiedendo a Milano si recava spesso a Trieste per seguire l'andamento dei lavori, decise nel 1858 di eliminare un piano. Intanto, Franz e Julius Hofmann, cui era stata affidata la decorazione degli interni, erano già a buon punto.
Col decadimento dalla carica di governatore del Lombardo-Veneto, nel 1859, Massimiliano si trasferì con Carlotta a Miramare, alloggiando dapprima nel castelletto e, a partire dal Natale del 1860, nell'edificio principale. L'anno successivo il proprietario della dimora compiva un viaggio in Brasile, approfittandone per catalogare alcune specie di piante. Tornato, soggiornò stabilmente a Miramare, finché il 14 aprile 1864 salpò insieme alla moglie alla volta del Messico, a bordo del Novara, la stessa nave che ne riporterà indietro la salma quattro anni più tardi. Carlotta riguadagnò Trieste nel 1866, ma il consorte fu fucilato a Querétaro nel giugno successivo. Carlotta cominciò a dare segni di insanità mentale e fu fatta rinchiudere nel castelletto. Poco dopo tornerà nel natìo Belgio. L'interno fu intanto completato. Gli appartamenti della coppia, neogotici e neomedievali, furono terminati nel 1860, mentre il completamento della zona di rappresentanza, dieci anni più tardi, determinò la fine dei lavori.

Il castello è adibito a museo e al suo interno è conservata anche una pregevole raccolta di vasi orientali. All'interno si possono ammirare le stanze che furono abitate da Massimiliano e dalla moglie Carlotta, le camere per gli ospiti, la camera di informazioni che racconta la storia del Castello e del Parco di costruzione, le stanze in cui abitava il Duca Amedeo d'Aosta con arredi del 1930 in stile razionalista. Tutte le camere sono ben conservate e mantengono tutti gli arredi originali compresi di ornamenti, mobili e oggetti risalenti alla metà del XIX secolo. Particolarmente degni di nota sono la sala della musica, dove Carlotta si esercitava nel suono del fortepiano visibile ora nella sala VII e la sala che rievoca l'arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano era imbarcato quando prestava servizio nella Marina austriaca. Nella camera XIX vi sono una serie di dipinti di Cesare Dell'Acqua raffiguranti la storia di Miramare. Infine, i visitatori possono visitare la sala del trono, che è stata recentemente restaurata e riportata agli antichi splendori. Attualmente c'è un pianoforte e la sala viene ora utilizzata per concerti. (da: http://it.wikipedia.org/wiki/)




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