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STORIA: La Beata Vergine di Grignano, protettrice dei naviganti, e l'Arciduca Ferdinando Massimiliano. In un giorno d’estate del 1855, mentre stava veleggiando al largo di Sistiana, sul bragozzo di guerra "Madonna della Salute", Massimilianod’Asburgo, arciduca d’Austria e fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe, fu sorpreso da un improvviso e violento fortunale, con forti raffiche di bora, che lo costrinse a trovare con fatica un fortuito riparo proprio in una insenatura della baia di Grignano, dove fu ospitato nella umile casa del pescatore Mihael Daneu. La storia ci racconta come, il mattino dopo, passata la tempesta, colpito dalla bellezza selvaggia della zona e dallo splendido panorama, abbia deciso di far costruire un castello, a cui darà il nome di Miramar, proprio sul promontorio a picco sul mare, dove cioè la terra e l’azzurro mare si uniscono, per stabilirvi la propria residenza, tanto sognata, “nido d’amore costruito invano”, come canterà più tardi Giosuè Carducci. Convinto che la miracolosa Madonna di Grignano, protettrice dalle burrasche dei pescatori e in generale dei naviganti, avesse interceduto per la sua salvezza, egli, marinaio e cattolico, volle collocare, come ringraziamento, ma anche come felice gesto propiziatorio, l’immagine della Madonna sull’alta torre del suo castello. Egli quindi commissionò all’artista veneziano Angelo Cameroni, uno dei più apprezzati scultori del tempo, una statua della Madonna. L’opera denominata Stella del Mare (“Ave Maris Stella”), una scultura in pietra bianca d'Orsera, alta 1,8 metri, quindi a grandezza naturale, fu collocata sulla facciata di ponente della torre del castello, a circa tredici metri d’altezza, poggiata su di un piedistallo, in una nicchia, sotto l’orologio, dallo sfondo azzurro, impreziosito da delle stelle dorate in rilievo. La Madonna è raffigurata con le braccia protese verso il mare nell’atto di guidare e proteggere i naviganti e porta sulla fronte una stella dorata, che con il riflesso del sole avrebbe dovuto essere scorta anche da lontano. (Fonte Dino Cafagna)