Trieste - il Castello di Miramare con l'ingresso inferiore del parco


Il castello di Miramar (Miramare) con la Porta della Bora, entrata del parco.
Miramare è la forma italianizzata dell'originale Miramar, derivante dallo spagnolo "mirar el mar", in quanto Massimiliano d'Asburgo, nel visitare il promontorio dove poi lo fece costruire, fu ispirato dal ricordo di castelli spagnoli affacciati sulle coste dell'Oceano Atlantico.
La prima idea di costruire un castello sul promontorio vicino alla baia di Grignano venne a Massimiliano nel 1855. Occorreva bonificare la zona, ma l'ampio spazio a disposizione avrebbe costituito per il fratello dell'imperatore il luogo ideale dove dare libero sfogo alla propria passione per la botanica, creando un giardino in cui l'arciduca farà poi confluire le numerose piante rare importate oltreoceano.[5] I lavori cominciarono il 1º marzo 1856, e il progetto fu affidato all'architetto viennese Carl Junker. Il primo disegno non convinse Massimiliano, che ne chiese uno alternativo a Giovanni Andrea Berlam, rimanendone soddisfatto. Fu tuttavia il secondo progetto di Junker a divenire quello definitivo. Il modello si rifà alla corrente - di gusto chiaramente neomedievale - denominata romantisches Historismus, sviluppata in quegli anni da Theophil Hansen all'Arsenale di Vienna e alla villa Pereira, poco a nord della capitale imperiale. L'ideale principale alla quale si ispirarono l'architetto e il committente di Miramare è tuttavia quello reso manifesto da Karl Friedrich Schinkel nella realizzazione dello Schloss Babelsberg a Potsdam e dello Schloss Kurnik in Polonia.[6] Il castello doveva essere inizialmente costituito da tre piani e un mezzanino, ma Massimiliano, che pur risiedendo a Milano si recava spesso a Trieste per seguire l'andamento dei lavori, decise nel 1858 di eliminare un piano. Intanto, Franz e Julius Hofmann, cui era stata affidata la decorazione degli interni, erano già a buon punto. Con la decadenza dalla carica di governatore del Regno Lombardo-Veneto, nel 1859,
La porta della Bora. L'entrata sul mare del parco di Miramare con il suo castello
La strada sul mare che porta alla Porta della Bora. Si vedono le antiche scuderie.
Il Viale dei Lecci tra il castello e la Porta della Bora
Massimiliano si trasferì con Carlotta a Miramare, alloggiando dapprima nel castelletto e, a partire dal Natale del 1860, nell'edificio principale. Massimiliano, amante della vita di mare, volle il proprio studio privato affacciato sul Golfo di Trieste e decorato come l'interno di una nave. L'anno successivo il proprietario della dimora compiva un viaggio in Brasile, approfittandone per catalogare alcune specie di piante. Tornato, soggiornò stabilmente a Miramare, dove ospitò in visita anche il fratello l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria e la moglie Elisabetta di Baviera, detta Sissi. Da lì il 14 aprile 1864, su invito di Napoleone III salpò insieme alla moglie alla volta del Messico, a bordo della fregata Novara, la stessa nave che ne riporterà indietro la salma quattro anni più tardi. Carlotta riguadagnò Trieste nel 1866, ma il consorte fu fucilato a Querétaro nel giugno successivo. Carlotta cominciò a dare segni di insanità mentale e fu fatta rinchiudere nel castelletto. Poco dopo ritornò nel natìo Belgio. L'interno fu intanto completato. Gli appartamenti della coppia, neogotici e neomedievali, furono terminati nel 1860, mentre il completamento della zona di rappresentanza, dieci anni più tardi, determinò la fine dei lavori.[7] Tra il 1930 e il 1937 il castello fu la residenza del duca Amedeo di Savoia-Aosta e della moglie Anna d'Orléans. Alla fine del 1945, le truppe neozelandesi sotto il comando del Generale Freyberg entrarono a Trieste e si installarono nel castello, apportando molte modifiche all'interno. Successivamente le truppe britanniche posero il quartier generale del XIII Corps a Miramare. Alla fine arrivarono gli americani e il castello servì come quartier generale per la guarnigione americana Trieste United States Troops (TrUST) dal 1947 al 3 ottobre 1954. La Sovrintendenza immediatamente iniziò l'opera di restauro degli interni del castello, del castelletto e della struttura del parco. Sulla base di disegni e fotografie dell'epoca, le decorazioni lignee furono rimesse nelle sale e i mobili, gli arredi, i dipinti e gli arazzi furono riordinati. (Wikipedia)
Se ci rechiamo al castello di Miramare, troveremo, alla destra del Portale dell’entrata bassa, un massiccio complesso fortificato, con ben quattro postazioni di cannoni, costruito a picco sulla strada dai tedeschi. Qual è la sua storia? Dopo l’8 settembre del 1943, il Friuli Venezia Giulia con altri territori vicini vennero inglobati nel III Reich, con la denominazione di “Adriatisches Küstenland”. In quel frangente, essendo l’Alto Adriatico uno dei posti meno protetti e un facile punto d’accesso verso l’Austria poi verso la Germania in una ipotetica invasione dal mare degli Alleati, si predispose la costruzione di un’imponente opera di difesa chiamata “Vallo Adriatico”. Anche a Miramare vennero costruite delle potenti batterie, chiamate batterie “Lindemann” (in onore del Comandante della Corazzata “Bismarck” Ernst Lindemann, che morì eroicamente nell'affondamento della nave, ad opera degli inglesi, durante un epico scontro, nel maggio 1941), con il fine di proteggere l’entrata al Porto; la loro posizione, nascosta e incassata tra le rocce, le rendevano praticamente inviolabili da attacchi portati sia dal mare che dall’a­ria. L’entrata ai grandi bunkers, oggi smantellati, è stata mascherata con pietre carsiche sia per una questio­ne di estetica sia per non permettere agli estranei l’accesso, essendo queste gallerie, mai completate del tutto, in gran parte non coperte da calcestruzzo e quindi soggette a pericolose frane, anche perché costruite dove l'arenaria e il calcare vengono a contatto.
L’asse portante dell’opera era costituito da una galleria alta un paio di metri e lunga 195 metri. Questa galleria era interrotta sul lato mare da delle diramazioni conducenti alle cannoniere, posizionate qualche metro sopra la strada e ora chiuse. C’erano poi anche due pozzi d’areazione, per il ricambio dell'aria e l’aspirazione dei fumi prodotti dai cannoni. Sul lato opposto si aprono gli ingressi a nove piccole stanze, con funzione di magazzini, dormitori e stanze di servizio. A e B le entrate.
Alle spalle dei quattro cannoni di lunga gittata, troviamo la galleria del bunker in cemento armato, con la prima entrata dalle Scuderie e la seconda posizionata subito dopo il cancello dell’entrata. (Fonte: Dino Cafagna)



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