Trieste - il Castello di Miramare e il Castelletto

La darsena

La scalinata per scendere alla darsena
Il piazzale con i cannoni donati da Leopoldo I, re del Belgio
Vicino al Castelletto c'è un angolo caratteristico dove è allineata una batteria di sette cannoni navali ad avancarica con le bocche da fuoco rivolte verso il mare. Sono sistemati su affusti in legno dotati di ruote e sono stati donati dal re Leopoldo I del Belgio agli sposi Massimiliano e Carlotta: sul dorso portano incisi gli stemmi araldici dei due sovrani. I cannoni, non ebbero nessuna funzione militare, in quanto venivano usati per sparare a salve in occasione di ricorrenze come compleanni e festività, come anche per salutare i neo-imperatori Massimiliano e Carlotta che salparono per il Messico a bordo della Novara proprio dal porticciolo di Miramare. Sulla canna di cannoni sono visibili a rilievo lo scudo inquartato con gli emblemi di Massimiliano, l’ancora coronata (Max era contrammiraglio della flotta austriaca) l'ananas (che voleva evocare i paesaggi esotici tanto amati da Massimiliano) e le iniziali di Massimiliano e Carlotta. (Fonte Dino Cafagna)

Nell’attesa del completamento del castello di Miramare, l’arciduca Massimiliano d’Asburgo incaricò l’architetto Carl Junker di progettare nel parco un’elegante villa per risiedervi nei primi tempi del matrimonio con Carlotta. Il Klein Schloss, chiamato anche Gartenhaus, aveva lo stesso stile del castello ma in scala ridotta e venne eretto sul promontorio sopra il porticciolo di Grignano, prospicente un belvedere sul golfo, un parterre abbellito da alberi e una zampillante fontana. L’edificio a due piani comprendeva una pergolata all’ingresso, una terrazza panoramica e due balconcini al secondo piano mentre dalla base svettava una torretta merlata. Nonostante la ristrettezza degli ambienti,
Massimiliano volle arredarli con abbondanza di quadri, pesanti tendaggi, mobili, suppellettili, poltrone e sedie in un insieme piuttosto opprimente anche per la presenza di oggetti personali che l’arciduca conservava in ricordo dei suoi viaggi. Oltre alla sala nordica e a quella fiamminga decorate con motivi floreali, fu arredato anche un salottino turco- moresco proveniente da villa Lazarovich, prima residenza triestina di Massimiliano (Massimiliano abitò saltuariamente in villa Lazarovich tra il 1852 al 1960; molti arredi confluirono nel castello di Miramare; dopo una radicale ristrutturazione la residenza è tuttora esistente in via Tigor 23).
Qui, nel castelletto, il bell’arciduca amava ricevere i suoi ospiti agghindato con abiti orientali, bevendo il caffè turco e fumando il narghilè.
Nel Gartenhaus di Miramare Massimiliano e Carlotta vissero forse gli unici momenti felici del loro matrimonio, avvenuto con grande sfarzo a Bruxelles nel luglio del 1857. Dopo i due anni trascorsi a Milano, nel 1859 e il trasloco da villa Lazarovich abiteranno qui per un breve periodo prima del trasferimento al castello nel dicembre 1860 (nota 3). Ancora nel Klein Schloss Massimiliano, già nominato Imperatore del Messico, si rinchiuderà per tre misteriosi giorni prima di salpare alla volta del Centro America nell’ aprile del 1864. Come riporta la storia, dal 1866 al 1867 nel castelletto verrà segregata Carlotta poco dopo il suo ritorno dal Messico e i viaggi tra le corti di Francia, Austria e Vaticano nella vana ricerca di aiuti per impedire lo sfascio del loro Impero.
L’eredità del castello con il parco e il Gartenhaus sarebbe stata destinata all’Imperatrice Carlotta, che ne deteneva già la metà, ma il testamento sottoscritto da Max fu corretto per volontà di Francesco Giuseppe (nota 4) che dopo la morte del fratello e la follia della cognata riservò ogni possesso alla Casa d’Austria. Dopo lo scoppio della guerra tutti gli arredi di Miramare vennero portati a Vienna ma quando nel 1924 il comprensorio passò al Demanio Italiano il Governo reclamò all’Austria la restituzione di ogni cosa.
Negli anni Trenta il castelletto venne aperto al pubblico con tutti gli arredi non voluti dal duca Amedeo di Savoia-Aosta quando soggiornò a Miramare.
Dopo l’insediamento del 1973 del WWF e la realizzazione dell’Oasi, nel 1988 sarà istituita l’Area Marina Protetta che nel 1996 stabilirà a la propria sede proprio nel Castelletto di Miramare in consegna alla Soprintendenza per i beni Storici Artistici.
Nel 2015 sarà ordinato dall’Intendente lo sgombero di tutti i locali prevedendo in un prossimo futuro il riallestimento originale del Gartenhaus per arricchire ulteriormente gli splendidi luoghi di Miramare con tutte le sue tormentate storie. (Da: https://quitrieste.it)
Il castelletto è contornato da un giardino impreziosito da alberi e da una fontana e un pozzo con figure di scoiattoli e da serre. Negli anni ‘30 , quando i Duchi di Savoia-Aosta abitarono a Miramare, il Castelletto era un museo aperto al pubblico, dove si potevano ammirare gli arredi del Castello che Amedeo di Savoia-Aosta non aveva utilizzato nei suoi appartamenti nel castello principale.

Fontana delle trote La firma della ditta viennese Knitschelt è riportata sulla cosiddetta Fontana delle trote, che già nelle testimonianze fotografiche ottocentesche è attestata nel piazzale del Castelletto. Al centro è collocato un gruppo scultoreo che rappresenta un Fanciullo con un airone, rielaborazione di un modello ellenistico del II secolo a. C. raffigurante Eros che strozza un’oca. Il gruppo è in zinco e sorge su un basamento che riproduce un fiore con la corolla aperta. (WWF-CARTOGUIDA storico-artistica)
La vera di pozzo trecentesca con gli scoiattoli.
Gli scoiattoli sono copie di un scoiattolo creato dallo scultore Carlo Sbisà, andato perduto (rubato) che si trovava a Monrupino.
Sopra a destra: Sarcofago con ancora visibili gli stemmi di antiche famiglie veneziane,



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