Monumenti a Trieste |
Piazza
Libertà - Elisabetta d'Austria (Sissi)
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Piazza
Venezia - Ferdinando Massimiliano d'Austria
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Ferdinando
Massimiliano d'Austria (Vienna, 6 luglio 1832 – Querétaro,
19 giugno 1867) , membro della Casa d'Asburgo, Principe Imperiale ed Arciduca
d'Austria, fu Imperatore come Massimiliano I del Messico. Con l'appoggio
di Napoleone III di Francia e di gruppi conservatori messicani, venne
proclamato Imperatore del Messico il 10 aprile 1864, ma molti governi
stranieri (e buona parte degli stessi messicani) rifiutarono di riconoscere
il suo governo. Venne fucilato, nel 1867, dagli oppositori repubblicani. |
Via
Giulia - Domenico Rossetti |
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Riva
Nazario Sauro - Molo Bersaglieri
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Piazza
San Giovanni - Giuseppe Verdi
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Opera
dello scultore milanese Alessandro Laforet, la sua collocazione era originariamente
prevista sotto il portico del Teatro Verdi e pare che questo sia uno dei
motivi per cui il compositore è raffigurato da seduto, Fu collocata
invece in piazza San Giovanni il 27 gennaio 1906. Trieste fu la prima
città a ricordare degnamente Giuseppe Verdi dopo la sua morte,
sia per lo stretto rapporto che Verdi aveva avuto con la città
(qui avvevve la prima assoluta dell’ opera “Il Corsaro”
), sia per il significato irredentistico di alcune sue note. Originariamente in pietra, la statua fu rifatta nel 1920 perché aveva subito dei gravi danneggiamenti provocati dai Triestini filo austrici per rappresaglia contro la dichiarazione di guerra dell'Italia il 24 maggio 1915 all'Austria nella Prima Guerra Mondiale. La nuova statua bronzea, sempre dello stesso autore, documentata anche da un suo schizzo, fu creata con la fusione di cannoni austriaci preda bellica. Sul basamento in pietra è visibile l'iscrizione: <<Eretto nel marmo dalla fede dei cittadini il XXVII gennaio MCMVI distrutto da odio nemico il XXIN' maggio MCMXV volle il comune che qui risorgesse nel bronzo il XXIV maggio MCMXXVI>> |
Colle
di San Giusto - Monumento ai Caduti della Grande Guerra Mondiale e l'Ara dedicata alla III Armata |
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Il
3 novembre 1929 il Duca d’Aosta inaugurò l’Ara della
III Armata, da lui comandata durante la Grande guerra, opera dell’architetto
Carlo Polli. L'Ara, di forma quadrangolare sorge su un piedistallo di
pietra grigia e sui suoi riquadri di pietra bianca sono riprodotte due
panoplie fatte di mitragliatrici e di fucili che stilizzano "le armi
dei moderni eserciti" secondo canoni di chiara matrice classica,
e due scudi. Sui quattro lati del monumento è riprodotta la seguente
epigrafe: "La vittoriose armi qui consacrò la III Armata al
comando di Emanuele Filiberto di Savoia".Alcuni semplici tratti forniscono
sommarie indicazioni sui campi di battaglia, dall’Isonzo al Piave,
dove l’unità era stata impegnata. |
Piazza
dell'Unità d'Italia - Carlo VI d'Asburgo |
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Piazza
dell'Unità d'Italia - Pili portabandiere |
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Piazza
della Borsa - Leopoldo I d'Austria |
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Gretta
- Faro della Vittoria |
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Il
Faro della Vittoria è opera dell'architetto triestino Arduino Berlam
e dello scultore Giovanni Mayer. Iniziato il 15 gennaio 1923 e inaugurato
il 24 maggio 1927 dal Re d'Italia Vittorio Emanuele III, è stato
costruito in pietra bianca di Orsera dove c'era il Forte Kressich, fatto
erigere dall'Impero Austro-Ungarico nel 1854 con una batteria di cannoni
a difesa del golfo, inglobandone il torrione principale. Il faro ha un’altezza
complessiva di 68,85 metri. E' anche il monumento commemorativo dedicato ai marinai caduti nella Prima Guerra Mondiale, come testimonia l'iscrizione "SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE MCMXV - MCMXVIII", alla sua base. In cima alla colonna un capitello sostiene la coffa (costruita a Napoli) nella quale c’è la gabbia (in bronzo e cristalli) che contiene la lanterna, rivestita da una cupola in bronzo decorata a squame. In cima alla cupola s’impone la statua della Vittoria (alta 7,20 metri) dello scultore Giovanni Mayer, costruita in rame e con un peso di 7 quintali, forgiata nella officina di Via Donato Bramante di Giacomo Srebot, dono dagli armatori triestini. |
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Alla base del faro, sopra il piedistallo, c'è la statua del marinaio
(alta 8,60 metri), sempre opera del Mayer, che è stata realizzata
con cento tonnellate di pietra di Orsera; sotto ad essa troviamo l’ancora
dell’Audace (la prima nave da guerra italiana che, il 3 novembre
1918, ha raggiunto il porto di Trieste, ormeggiando al Molo San Carlo
che da allora si chiamò Molo Audace. L'ancora è stata donata
il 3 febbraio 1924 dall'Ammiraglio Thaon de Revel) ed ha saldata al diamante
una targa che riporta scritto "Fatta prima d'ogni altra sacra
dalle acque della gemma redenta il 3 novembre 1918". La statua
fu acquistata con una sottoscrizione aperta da un Comitato cittadino.
Accanto all'ancora c'erano due proiettili dei cannoni della corazzata
austriaca Viribus Unitis che ora sono posti a fianco dell'entrata. In
totale il Faro della Vittoria ebbe un costo di 5.265.000 Lire. Il bozzetto originale del Faro si trova al primo piano del Palazzo della Borsa; è un modellino in bronzo fuso dell'altezza di 56 cm. Il 24 maggio 1927 è stato donato a Vittorio Emanuele III e nel 2006 la Camera di Commercio l'ha acquistato ad un'asta tenutasi a Trento. |
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Ponte
Rosso sul Canal Grande - James Joyce |
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Piazza
Jacopo Hortis - Italo Svevo |
Via
Dante Alighieri - Umberto Saba |
Italo Svevo (opera dello
scultore Nino Spagnoli del 2004)
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Umberto
Saba (opera dello scultore Nino Spagnoli del 2004) |
Riva
Caduti per l'Italianità di Trieste (Scala Reale)
Monumento ai bersaglieri e alle ragazze di Trieste |
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Piazza
Guglielmo Oberdan |
Largo
Riborgo (ex Piazza Malta) |
Monumento
al Cantico dei Cantici dello scultore triestino Marcello Mascherini |
Opera
scultorea "Il guerriero morente" del 1960 di Marcello Mascherini
(1906-1983) dedicata "Ai combattenti - Trieste 4 XI 1968" |
Barcola
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Largo
Ugo Irneri |
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Piazza
Giuseppe Garibaldi La statua della Madonna in oro del 1954 - Opera dello scultore triestino Franco Asco. |
Parco
del Castello di Miramare |
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Sopra: La Sfinge
in cima al molo era parte della collezione egizia raccolta da Massimiliano
durante i suoi viaggi, grazie alla consulenza scientifica dell’egittologo
Simon Reinisch. Scolpita in granito rosa, è di età tolemaica
(II secolo a.C.). Alla morte di Massimiliano, l'intera collezione, a parte
la Sfinge, fu trasferita a Vienna ed è conservata al Kunsthistorisches
Museum. |
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