Trieste - La Fontana di Montuzza e Via San Giusto

La Fontana di Montuzza sul Colle di Montuzza, sopra la Galleria sandrinelli con la Scala dei Giganti, è stata realizzata nel 1938 dall’impresa Buttonaz e Ziffer su progetto dell’Ufficio tecnico comunale e su disegno dell'Ing. Vittorio Privileggi, in occasione della visita del duce Benito Mussolini a Trieste. La struttura si sviluppa su una vasca circolare del raggio esterno di 6,50 metri, con fondo rivestito in graniglia di cemento levigata, ed un corpo centrale ad obelisco pentagonale con costrolature, realizzato in cemento armato e rivestito in lastre di marmo d’Orsera.

Alla base dell’obelisco è collocata una seconda vasca, concentrica alla prima, dalla quale scendono cinque cascate illuminate che si riversano nella vasca principale. Destinata ad avere una vita breve (avrebbe dovuto essere smontata al termine delle celebrazioni) sopravvisse non funzionante al secondo conflitto mondiale e alle successive vicende del dopoguerra. L’ultimo intervento di ripristino funzionale è del 2006, mentre precedentemente risale agli inizi degli anni ’70.
L'ultimo tratto della Scala dei Giganti che congiunge via Capitolina con via della Rimembranza e culmina con la fontana di Montuzza, nel 10 gennaio 1942 è stata dedicata a Silvano Buffa . All'inizio della scala si trova il cippo con l'iscrizione. Sivano Buffa figlio di genitori trentini nacque a Trieste il 15.5.1914, fu comandante della 64ª Compagnia fucilieri "La Crodarola" del 7º Reggimento alpini e nel 1940 partecipò alla campagna italiana di Grecia sul fronte greco-albanese. Nel 1941 cadde sul fronte greco durante la conquista del monte Mali Spadarit; per tale impresa impresa gli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare. (Fonte Margherita Tauceri)

Tra Via Tommaso Grossi, lungo le mura del castello di San Giusto,
e Via F. D. Guerrazzi

Edificio del 1913 in Via San Giusto angolo Via Risorta
Via San Giusto (da largo G.A. Canal a piazza della Cattedrale)
Così denominata nell'ottocento in onore del Santo Patrono . Venne realizzata perchè un sacerdote che frequentava la cattedrale di San Giusto, osservando l'area attorno, pensò che fosse possibile l'esecuzione di una strada carrozzabile attraverso il cimitero e le campagne, che da dietro la chiesa, passando per l'altipiano San Michele, scendevano fino alle rive. Propose la sua idea a Giambattista Pontini ed a G. M. Fremenditi, proprietari di gran parte delle campagne, i quali accolsero l'idea con entusiasmo. Il sacerdote si rivolse all'amico Mollari, che consegnò il disegno con la proposta della nuova strada. Questo fu presentato al Governatore Lovasz, che prontamente approvò, vennero fatti i rilievi e le necessarie demolizioni . All'opera parteciparono venti condannati del vicino castello, villici e muratori, tutti lavorarono gratuitamente, il sacerdote li assistette indefessamente fornendo loro cibo, vino, acquavite e denaro. Incontrarono diverse difficoltà, sia per il notevole dislivello, sia per i macigni naturali che vennero fatti brillare con le mine. Il 16 agosto 1805 la nuova via fu aperta , all'inizio della stessa sul muro a sinistra venne posta un' iscrizione in pietra di lavagna, sostituita nel 1830 con pietra del carso, con la quale si ringraziava il Governatore per aver permesso l' esecuzione di questa imponente opera. (Fonte Margherita Tauceri)

La via San Giusto, che conduce da largo Canal a Piazza della Cattedrale, è voluta dal sacerdote don Giuseppe Mainati e costruita grazie al governatore austriaco conte de Lovàsz, con il lavoro dei reclusi nel carcere del castello. La strada, "carrozzabile che dall'altopiano di San Michele e dalla Madonnina conduce direttamente a San Giusto", viene inaugurata il 16 agosto 1805 e il 28 agosto dello stesso anno viene apposta un lapide in pietra a ricordo della sua commissione.

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