L'Orto
Lapidario, è stato utilizzato fino alla fine del XVIII secolo come
cimitero cittadino. Nel 1808 Domenico Rossetti iniziò la progettazione
del monumento funebre in memoria di Giovanni Winckelmann, assassinato
nel 1768 a Trieste. Il cenotafio venne completato solamente nel 1833 da
Antonio Bosa, allievo veneziano di Antonio Canova. Il monumento è
costituito da un sarcofago, poggiante su quattro zampe di leone, sostenuto
da una struttura in pietra con bassorilievo raffigurante figure femminili
che personificano le Arti, la Storia, la Critica, la Filosofia e l'Archeologia.
Sulla sommità del sarcofago siede un Genio, in atteggiamento dolente,
con medaglione attorniato da una serpe e una fiaccola, accanto alla quale
si trova un pugnale ad indicare la causa della morte del Winckelmann,
onorato anche da un'epigrafe. L'opera è conservata all'interno
di un tempietto in stile corinzio ad aula unica, concepito come ambiente
destinato a gipsoteca. Nello spazio circostante sono visibili diverse
sculture, lapidi e numerose testimonianze antiche della città e
del suo territorio. Nel corso degli anni, il fondo iniziale si è
arricchito con donazioni private di reperti di diverse civiltà.
L ’Orto conserva epigrafi, monumenti e sculture dell'epoca romana,
medievale e moderna provenienti anche dagli edifici di Cittavecchia demoliti
tra la fine dell’800 e gli anni ’50 del ’900. Poco oltre
l’ingresso è esposta la lapide che commemora la riedificazione
delle mura cittadine voluta dall’imperatore Federico III d’Asburgo
nel 1470. In particolare, l’Orto ospita il tempio neoclassico con
il cenotafio dell’archeologo e storico dell’arte tedesco Johann
J. Winckelmann, e una parte della collezione di scultura classica proveniente
dall’Accademia degli Arcadi Sonziaci. |
Il Winckelmann era il più grande studioso dell’arte e dell’architettura neoclassica di allora: ebbe la disgrazia di essere ucciso proprio a Trieste e le sue spoglie, nonostante la sua notorietà, andarono perdute. Come "riparazione della città a tanto delitto", per rimediare a questa madornale sbadataggine e per onorare il grande studioso fu costruito un cenotafio ( = sepolcro senza salma) sistemato in "un piccolo Panteon", fatto costruire da Antonio Bosa, uno dei più importanti scultori del momento. Il tutto fu sistemato presso odierno Orto Lapidario, dove a tutt'oggi è visibile e visitabile.
Sotto il sarcofago un grande dado porta il bassorilievo in cui un uomo togato - lo stesso Winckelmann - addita le antichità egizie, romane ed etrusche alle figure allegoriche delle Arti (Pittura, Scultura e Architettura) seguite dalla Storia, la Critica, la Filosofia, mentre l'Archeologia siede intenta a scrivere.
(Fonte; Dino Cafagna) |