Trieste - Il Monumento ai Caduti della Grande Guerra
e la Meridiana sul Colle di San Giusto

Un comitato cittadino promosse l’idea di erigere un monumento ai caduti della Grande Guerra alla metà degli anni Venti. Originariamente il monumento sarebbe dovuto essere sistemato nel Cimitero di Sant’Anna, ma visto il bozzetto presentato dallo scultore triestino Attilio Selva (1888-1970), i promotori preferirono collocarlo sul Colle di San Giusto, nelle vicinanze del Parco della Rimembranza, dove avrebbe avuto una visibilità maggiore. L'opera fu inaugurata il 1° settembre 1935, alla presenza di Vittorio Emanuele III e di diversi esponenti del fascismo. Il Monumento rappresenta tre guerrieri che sostengono un loro compagno caduto, protetti da una quarta figura; alte più di cinque metri, le statue, di forma classicheggiante, si erigono su di un basamento in pietra bianca d’Istria, progettata dall’architetto Enrico Del Nebbio, autore anche del Foro Italico a Roma.

la Meridiana

La meridiana collocata sul muro del ricreatorio comunale femminile “Enrico Toti”, sul colle di San Giusto, tra Piazza della Cattedrale e Via del Castello, fu fatta realizzare nel 1920 da Alberto D’Albertis, ricco discendente di una antica famiglia di cotonieri di Genova. Alberto D’Albertis coltivava le più diverse passioni, tra queste aveva quella per gli orologi solari. Grande patriota, D’Albertis terminata la Grande Guerra fece sistemare due meridiane identiche commemorative sui castelli delle due città, Trieste e Trento, per liberare le quali l’Italia era entrata in guerra. Quella sul Colle di San Giusto esiste ancora ed è stata restaurata nel 2002.

Il ricreatorio comunale di Città Vecchia ora "Enrico Toti" fu edificato nel primo quarto del XX secolo, l'edificio dall'architettura improntata ad un sobrio eclettismo era destinato ad accogliere attività ricreative secondo un preciso programma di educazione pedagogica tesa a formare il "futuro cittadino utile a sé e alla patria". Ordinato seguendo il già esistente modello salesiano il ricreatorio comunale si distingueva per un carattere fortemente apolitico e aconfessionale diretto ad ospitare tutti quei ragazzi per i quali la strada risultava essere un pericolo tanto fisico che morale. L'inaugurazione della struttura avvenne nel 1910. Sorto come ricreatorio nell'allora "orto dell'ospedale", l'istituto S.Giusto si presentava come un semplice fabbricato monoplano: un ampio salone adibito ad uso palestra, una sala per i lavori manuali ed una sala per la musica si affacciavano sul verde del giardino appartenente al dirimpettaio manicomio.
Nel corso di soli dodici mesi di attività eguagliò in numero di presenze il confratello "Giglio Padovan" di via delle Sette Fontane. Primo direttore dell'Istituto fu proprio Nicolò Cobolli padre fondatore dei ricreatori comunali di Trieste.
Il complesso del Ricreatorio Toti sorge su un lotto di forma irregolare del colle di San Giusto. Il forte dislivello è stato compensato da tre terrazzamenti, ognuno dei quali ospita una diversa funzione. Nel terrazzamento superiore il fabbricato su tre livelli con direzione, aule, sale ricreative e servizi. In quello intermedio l'area giochi con campo da pallacanestro e pallavolo e parete d'arrampicata. In quello inferiore un fabbricato, su unico livello, con teatrino e aule di servizio e un chiosco al centro della grande terrazza. Un muro in pietra arenaria intonacata cinge il complesso. Il fabbricato superiore ha strutture verticali in muratura portante di pietra arenaria, orizzontamenti in legno e copertura lignea a falde inclinate con manto di copertura in coppi curvi rossi. Il fabbricato inferiore ha strutture verticali in muratura portante di pietra arenaria e copertura lignea a falde inclinate con manto di copertura in coppi curvi rossi. I corpi di fabbrica presentano un'architettura semplice e lineare: basamento in pietra bianca e intonaco il superiore; basamento in pietra arenaria, rivestimento in mattoni faccia a vista e intonaco l'inferiore. (da: biblioteche.comune.trieste.it)


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